13 Luglio 2018

Il fatto non sussiste, non costituisce reato”. Dopo 7 anni di calvario la Cassazione ha assolto l’attuale amministratore del condominio centrale di San Felice, Luca Ruffino, dall’accusa di finanziamento illecito ai partiti. Già segretario cittadino dell’Udc e successivamente componente del coordinamento regionale del Pdl, il manager milanese era rimasto coinvolto nell’inchiesta Aler su alcune presunte irregolarità nella gestione degli appalti dell’azienda. La vicenda vedeva inoltre tra i suoi protagonisti anche Romano La Russa, all’epoca assessore regionale alla Protezione Civile e Sicurezza, e il consigliere comunale Marco Osnato, poi assolti. «Ho provato vergogna, un sentimento che annichilisce e trascina in basso. Per rispetto dell’attività degli inquirenti» spiega Ruffino, «ho soffocato per tutto questo tempo le mie urla di innocenza di fronte a un reato fantasioso, subendo privatamente minacce e forti ritorsioni professionali che mi hanno toccato nel profondo e fatto vacillare». Ora che tutto è finito, e nel migliore dei modi l’amministratore di San Felice ripercorre la vicenda: «All’epoca il Pirellone e il governo Formigoni furono investiti da una vera e propria bufera: qualcosa come 10 consiglieri regionali su 80 erano sotto inchiesta giudiziaria. Mi sono ritrovato improvvisamente in quel tritacarne mediatico e politico. Indagato e quindi colpevole per i più, il sospetto letto negli occhi delle persone che ti accompagna come un’ombra. Tutto poi reso vivo sulla rete, dove questi sentimenti si amplificano ed entrano nelle pieghe più scure del disprezzo gratuito che anima gli ambienti social e di chi gode nell’esercizio di spiare dal buco della serratura». Insomma, una gogna mediatica difficile da venirne fuori. «Il mio pensiero in questo momento va inevitabilmente a illustri e tragiche storie» prosegue il manager sanfelicino «come quelle hanno riguardato Enzo Tortora oppure l’ex manager di Fastweb Mario Rossetti, vicende molto amare accomunate da un unico esito giudiziario: l’assoluzione. Adesso rialzo la testa con orgoglio e penso ai problemi strutturali irrisolti del nostro Paese, dove quella della giustizia rimane purtroppo ancora centrale».