26 Febbraio 2016

La domenica ci si può rifiutare di lavorare per motivi religiosi. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione nella sentenza 3416 emessa nei giorni scorsi che riguarda Luigi L., un dipendente del Centro meccanizzato postale di Peschiera Borromeo. I fatti risalgono al 2004 e il ricorso era stato presentato da Poste Italiane nei confronti di un suo dipendente il quale non si era presentato sul posto di lavoro per due domeniche consecutive. Questa la ricostruzione della vicenda. Nel 1999 Poste aveva introdotto in via sperimentale il turno domenicale nel Centro meccanizzato cittadino, estendendolo in seguito anche ad altri reparti. La decisione però non era stata ben vista dai sindacati con i quali non si era trovato alcun accordo. Nel verdetto si legge che questa situazione aveva portato a una serie di lamentele da parte dei lavoratori cattolici che considerano la domenica una giornata religiosa da dedicare alla pratica della fede. Tra loro anche  Luigi L. che, appunto nel 2004, aveva comunicato a Poste Italiane di non essere intenzionato a lavorare nel giorno del Signore. Dando disponibilità a recuperare in un successivo momento, per due domeniche non si presentò al Centro mecanizzato. Risultato: multa e sospensione dal lavoro e dalla retribuzione per un giorno.
A quel punto il dipendente aveva ritenuto sproporzionata questa reazione, ritendendo un rimprovero o un'ammonizione scritta la giusta reazione. E così è andato per vie legali. Sia in primo che in secondo grado, i giudici gli hanno dato ragione ritenendo sproporzionate le sanzioni e valutando positivamente la sua disponibilità a lavorare nei giorni successivi. La Corte di Appello di Milano sentenziò in tal senso il 17 settembre 2010. Tuttavia Poste Italiane, non soddisfatta dall'esito del processo, decise di rivolgersi alla Corte di Cassazione che però ha confermato i due primi giudizi.
Nella sentenza si legge che esisteva una iniziativa sindacale in corso e una richiesta individuale di non assegnazione a turni domenicali per motivi religiosi, circostanza di cui Poste Italiane era a piena conoscenza e che portarono nel periodo immediatamente successivo alla soppressione del turno domenicale.