14 Febbraio 2020

Capita che facendo zapping tra le emittenti locali ci si imbatta in persone che si conoscono. E negli ultimi mesi molti peschieresi hanno notato la presenza di una loro concittadina sullo schermo di TeleLombardia. Si tratta di Eleonora Alfano, pedagogista, docente, ricercatrice, pubblicista e da pochi mesi presidente regionale dell’Ainsped, l’associazione internazionale pedagogisti ed educatori. Una carriera accademica che sottolinea la tendenza italiana a sfornare eccellenze. «Innanzitutto vorrei ringraziare il professor Federico Fenzio, che mi ha offerto le migliori opportunità dalla mia vita professionale, i contatti che mi hanno permesso di approdare in televisione e la giornalista Graziella Matarrese che ha colto il mio messaggio», racconta Alfano. «Sono stata invitata a partecipare a una trasmissione per promuovere una particolare iniziativa e, indirettamente, un percorso in cui credo moltissimo. L’evento in questione aveva il titolo di “Metodi e tecniche per crescere con amore”, e si è svolto il 25 gennaio. In pratica ho spiegato quello che è poi diventato l’indirizzo della mia categoria sotto la mia guida. Ho messo al centro del dibattito quella che definisco “pedagogia della quotidianità”, concetto che implica che metodi e tecniche devono essere a portata di tutti, nei limiti delle competenze professionali. C’è un minimo e basilare bagaglio di informazioni che può permettere a chiunque di compiere il proprio importantissimo ruolo di genitore consapevole, e questo bagaglio deve essere alla portata di tutti, al netto della complementarietà con altre figure professionali di cui riconosco l’estrema importanza. In ogni caso, vorrei che noi pedagoghi scendessimo dalla cattedra per entrare nella vita reale delle persone. Vorrei che iniziassimo a leggere le persone non secondo i nostri criteri, ma facendo lo sforzo di immedesimarci nelle loro situazioni. Vorrei formare delle vicine esperte, persone che abbiano un livello di confidenza e di distanza informale e non convenzionale che permetta loro di scendere nel concreto al di là del buon senso istintivo e della riflessione tecnica». La peschierese ha trovato queste caratteristiche nel ruolo del coach, ma vuole approfondire la cosa. «Mi hanno offerto uno spazio fisso ogni quarto giovedì del mese nella trasmissione “Una psicologa per tutti”», spiega l’educatrice. «Sto costruendomi un percorso man mano che cammino, con uno sguardo al coaching e l’altro alle persone con cui mi rapporto ogni giorno. La scuola italiana è lontana da un approccio che metta al centro il gruppo, e per me insegnare vuol dire formare un gruppo. Sebbene la didattica convenzionale sia lontana da questa sensibilità, continuerò nel mio percorso».
Mattia Rigodanza