15 Novembre 2019

Nel 2011 ha perso suo figlio 15enne, Andrea De Nando, investito mentre attraversava la strada sulle strisce pedonali, con il semaforo verde. Da allora, la peschierese Elisabetta Cipollone è stata tra le promotrici della campagna nazionale per l’introduzione dell’omicidio stradale. Non solo: la donna ha trasformato il suo dolore in impegno sociale, anche a favore del recupero dei carcerati. Così, dal 10 al 12 novembre, Cipollone è stata tra le promotrici di “Partita a bordo campo”, una tre giorni che ha affrontato da diversi punti di vista il tema della punizione. Per rompere il ghiaccio e affrontare il delicato tema, la rassegna ha preso il via con detenuti, magistrati, operatori penitenziari e studenti che sono scesi in campo nel carcere di Bollate per sfidarsi a calcio. Nei giorni seguenti, nella Casa di Reclusione di Opera ha avuto luogo un convegno sulla tematica della punizione e della rieducazione, mentre nell’Aula Magna del palazzo di Giustizia, docenti, magistrati della Procura di Milano e del Tribunale di Sorveglianza, studenti, detenuti e familiari di vittime, hanno parlato di come viene interpretata e attuata la punizione nei paesi europei. Le tre giornate hanno ricevuto il patrocinio di Ministero della Giustizia, Ordine degli Avvocati di Milano, Rotary Club Milano Duomo, Camera Penale di Milano e Regione Lombardia Asst.
Eleonora D’Errico