14 Settembre 2020

Prossima alla riapertura, la scuola dell’infanzia Buzzoni sembra avere già assimilato al meglio la gestione delle misure anti Covid. “Le pratiche di profilassi adottate e i cambiamenti che abbiamo dovuto apportare non ci hanno messo in difficoltà, anzi”, spiega la coordinatrice Ornella Rocchetta. “Hanno risposto tutti molto bene: i bambini erano molto contenti di ritornare ai loro soliti ritmi, mentre i genitori si sono dimostrati molto collaborativi. Siamo in costante contatto con loro che condividono con noi degli sforzi straordinari per tutelate la salute di tutti. Prima dell’inizio dell’anno gli abbiamo mandato tutti i moduli richiesti e il patto di corresponsabilità che hanno tutti firmato volentieri”.

Nonostante le modifiche alla struttura, tutto sembra andare per il meglio. “Dal 24 agosto lavoriamo insieme al nostro referente per la sicurezza per garantire uno svolgimento delle attività che sia il più consono possibile”, continua Rocchetta. “I dispositivi di protezione individuale sono arrivati per tempo, sono stati allestiti spazi per casi di Covid acclarati e per le emergenze, siamo stati riforniti di materiale per la sanificazione e abbiamo fatto dei turni affinché tutti se ne possano occupare. Le procedure di ingresso sono state riviste: i genitori non possono entrare nella scuola, a ogni bambino viene rilevata la temperatura corporea e lavate le mani. All’interno della struttura gli spazi sono stati pensati per garantire il distanziamento e gli arredi sono stati spostati per creare aree di gioco libero. I giardini sono stati suddivisi in zone per impedire il contatto tra i diversi gruppi e per andare in bagno sono stati formulati degli orari specifici. Ovviamente ne abbiamo tenuto uno libero e costantemente sanificato per le emergenze. Il refettorio è stato dotato di pannelli di plexiglass mobili. Insomma, tutto procede molto bene, ma ci auguriamo comunque che tutto torni al più presto alla normalità, poiché alcune attività laboratoriali e interclasse sono state obbligatoriamente sacrificate e la didattica è stata inevitabilmente stravolta”.

Mattia Rigodanza