27 Ottobre 2023

Si chiama Korka, è guineano, ha 22 anni e dallo scorso settembre vive a Peschiera, per la precisione a San Bovio, ospite della famiglia Dazzo. Anzi, ormai ne fa parte a tutti gli effetti. È una bellissima storia di solidarietà e di aiuto reciproco. Già, perché come spiega Marco Dazzo «Ogni volta che mi confronto con lui io mi arricchisco». E naturalmente non stiamo parlando di soldi. «Tutto è nato durante lo scoppio della guerra in Ucraina» prosegue Dazzo, «quando avevamo deciso di ospitare una mamma con i suoi figli e ci eravamo messi in contatto con Refugeees Welcome, ma non se n’è fatto nulla. Si era però aperta un’occasione per un altro tipo di accoglienza, quella di Korka appunto, e abbiamo accettato». E così la famiglia si è allargata. Marco e sua moglie Anna ora oltre a Carlotta e Nicolò hanno un terzo figlio, tale è l’affetto che provano per lui.
La storia di Korka è come quella di tanti ragazzi africani che cercano fortuna in Europa. A soli 16 anni ha attraversato il deserto a piedi e una volta giunto in Libia gli hanno preso tutto e obbligato a lavorare senza compenso, non risparmiandogli qualche brutalità. Poi un giorno è stato messo su un barcone, intercettato da una Ong prima che affondasse. Il resto è la solita trafila, fino all’arrivo a Milano. Attualmente Korka sta studiando e al tempo stesso compiendo uno stage presso una società di consulenza, con la futura speranza di essere assunto. «I soldi che guadagna li manda quasi tutti in Africa alla mamma e alle due sorelle e sogna di portarle in Italia prima o poi» aggiunge Dazzo. «Noi gli diamo vitto e alloggio e lo aiuteremo fino a quando non sarà autonomo. È giusto che faccia la sua strada, ma per noi resterà sempre come un figlio. È un bravissimo ragazzo che ama studiare, che ha voglia di capire e imparare e che fa ragionamenti importanti. Tempo fa mi ha detto “l’Africa non sarà mai autonoma se non ci sarà istruzione per i giovani”. Parlare con lui conferma che ci sono molte affinità e che essere nati da questa parte del mondo è solo fortuna».