14 Dicembre 2018

Davide Verazzani, domenica scorsa, ha portato il Natale al De Sica con uno dei suoi spettacoli della rassegna “Fatti di storia” di Oltheatre, e lo ha fatto narrando una vicenda che ha poco di natalizio, ma molto dei valori che caratterizzano la feste. Il monologo del teatrante  “Tregua di Natale” si apre nel paesaggio cupo e desolante della Fiandre durante la prima Guerra Mondiale. Scenario: la trincea, luogo di massimo annullamento della dignità umana, dove milioni di giovani europei persero la vita tra fame e fango, piaghe e pidocchi. Lì, nel dramma umano di persone mandate allo sbaraglio dai propri governi, Jim e Otto, ventenni comuni, figli di proletari, giovani innamorati desiderosi di tornare dalle proprie fidanzate, sono protagonisti di un’incredibile vicenda che mette in luce tutte le contraddizioni della guerra: la tregua di Natale, appunto, stipulata informalmente dai soldati inglesi e tedeschi il 25 dicembre 1914. Trovatisi a dover raccogliere e seppellire i propri morti, i due schieramenti decidono di concedersi un giorno di pace che suona come un lungo silenzio nel tremendo clamore delle bombe. E così tra canti, sorrisi, scambi di doni e di favori, i soldati si trovano a giocare a calcio per celebrare quella che è solo una manciata di ore di fratellanza prima che si ricominci a uccidere. «Mi sono interessato alla vicenda quando da piccolo sentii “Pipes of Peace” di Paul McCartney», ha spiegato Verrazzani. «Il messaggio è tanto chiaro quanto potente, e credo che sia utile portarlo nelle scuole: i governi decidono la guerra ma sono gli uomini a scegliere la pace».  
Mattia Rigodanza