L'ex sindaco Antonio Falletta

«Se non lo farà, tradirà non solo gli elettori, ma tutta la città». «Ho perso le elezioni per quattro motivi». «Bene i consiglieri di Forza Italia Bruschi, Di Palma e il portabandiera Orfei. Del resto del partito non ho notizie»

27 Marzo 2015

Da primo cittadino a leader dell’opposizione. Lui è Antonio Falletta. Sentiamolo per la prima volta in questo ruolo.
Come si trova in questa nuova veste?
«Molto bene. Per me la politica significa lavorare per il bene della collettività e l’opposizione è fondamentale per tenere alta l’attenzione sui temi che più stanno a cuore ai cittadini. C’ è una grande intesa tra noi consiglieri di Forza Italia, con il mio gruppo stiamo svolgendo un’opposizione seria e rigorosa. Il consiglio comunale è un ottimo banco di prova per il progetto di rinnovamento della politica che ho avviato  da sindaco con l’iniziativa #partecipalcambiamento, un’idea innovativa che ha innescato una svolta concreta nella politica peschierese. Ed è infatti con soddisfazione che constato l’ottimo lavoro che sta svolgendo Chiara Gatti, la capogruppo della lista “Noi di Peschiera - #partecipa al cambiamento”. Apprezzo molto anche l’ impegno e il lavoro svolto  dai consiglieri del “Movimento 5 Stelle”. Per fortuna sono finiti i tempi in cui i consiglieri di opposizione si astenevano o si  assentavano alle votazioni sulle delibere importanti, soprattutto in ambito urbanistico, per fare da stampella alla maggioranza. Questa è un’ opposizione seria, onesta e capace». 
A distanza di mesi si è dato una spiegazione della sua sconfitta così netta alle amministrative?
«Sono quattro i motivi principali. Uno, sono sempre stato contestato dai poteri forti di questa città, rappresentati dai costruttori, perché sono stato l’unico sindaco della storia di Peschiera che ha avuto il coraggio di approvare un Pgt a volume zero. Non sono sceso a patti con gli interessi del mattone e la reazione dei costruttori è stato forte: hanno usato tutti i mezzi per attaccarmi e denigrarmi costantemente e gettare fango sulla mia azione amministrativa. Evidentemente, l’onestà non piace a certe persone. Due, la legalità, l’onesta e il rigore sono stati i tre punti fondamentali del mio mandato e i cittadini lo hanno capito. Iniziare una campagna elettorale con un avviso di garanzia è pesato molto sulla mia immagine, anche se sono certo della mia innocenza. Forse oggi i cittadini hanno poca fiducia nei confronti della politica, ma io riuscirò a dimostrare che le persone perbene esistono anche in politica. Tre, una piccola parte della struttura comunale, fatta da opportunisti e fannulloni, non amavano la mia presenza perché ho sempre puntato verso una gestione aziendale della macchina comunale, puntando alla qualità e smantellando una gestione clientelare del Comune. Quattro, non dimentichiamoci che l’ondata renziana in quel momento era davvero molto difficile da contenere».
Cosa le manca maggiormente del ruolo di sindaco?   
«Il contatto con i cittadini e con la bella Peschiera. Sono amareggiato nel vedere che oggi alcuni funzionari che insieme a me hanno fatto delle grandi battaglie per la legalità siano stati messi da parte dall’attuale amministrazione. Davvero non lo meritavano, perché hanno svolto un eccellente lavoro con impegno, onestà e senso del dovere, senza pensare a vantaggi personali. Mi manca essere a loro fianco per continuare una lotta a favore della legalità e della trasparenza».  
A bocce ferme c’è qualcosa che non rifarebbe?
«Purtroppo nel mio mandato ho dato fiducia ad alcune persone che non la meritavano, che non hanno messo al primo posto il bene di Peschiera, ma si sono occupati di altro. Queste persone hanno tradito non solo me o l’amministrazione comunale, ma l’intera città».
Più difficile amministrare o fare opposizione?
«Amministrare è più impegnativo, ma entrambi i ruoli sono importanti e appassionanti».
Alle spalle dei consiglieri esiste davvero il partito Forza Italia a Peschiera?
«Forza Italia svolge un’importante attività in consiglio comunale dove stiamo lavorando con impegno, grazie alla sinergia con i consiglieri Carla Bruschi e Luigi Di Palma. C’è una grande collaborazione anche con il Portabandiera di Forza Italia, Mario Orfei. Del resto non abbiamo notizie».
Pii Bellaria. Senza entrare nel merito della discussione, sulla questione del documento ritrovato da Zambon, lei in aula ha usato parole forti. Sostiene che sia un falso? Dalle sue parole traspare questo...
«È incredibile che Zambon abbia detto in commissione di aver verificato che quel documento sia arrivato alla posta certificata del Comune, ma non è stato protocollato. È un’affermazione gravissima subito smentita dai funzionari che hanno confermato che quella mail non è mai arrivata alla pec del Comune. È paradossale constatare come, non solo il Comune, ma neanche i costruttori e Idea Fimit, che erano tra i destinatari di quel fantomatico documento sbandierato dal sindaco, non l’abbiano mai ricevuto e lo prova il fatto che non lo abbiamo mai utilizzato nei loro ricorsi».
E sulla bagarre scoppiata tra il pubblico che pensa?
«Abbiamo vissuto un consiglio comunale vergognoso. Alcuni costruttori abituati a fare i consiglieri comunali del Pd e delle loro liste civiche, non potendo influenzare il consiglio direttamente con il proprio voto il suo andamento, si sono presentati numerosi con amici e parenti insieme ai soliti faccendieri. Hanno insultato e contestato l’opposizione che eracontraria al regalo di 3 milioni e 600 mila euro sugli oneri di urbanizzazione che Zambon e compagni stavano per fare  direttamente a loro. In un paese normale non sarebbe mai accaduto. Occorreva commissariare l’Ente. Dall’altra parte, c’erano dei cittadini che contestavano questo enorme regalo politico che la maggioranza ha fatto. Erano giustamente indignati, visto l’aumento di tasse che Zambon ha applicato ai servizi comunali non appena arrivati al governo della città. Davvero una pagina vergognosa della nostra città».
C’è qualche assessore o qualche iniziativa di questa maggioranza che si sente di applaudire?
«Esprimo tutta la mia stima e solidarietà nei confronti dei tre assessori e della consigliera comunale che hanno avuto il coraggio di dire di no, prima in giunta e poi in consiglio, alle imbarazzanti acrobazie di Zambon e compagni su Bellaria».
Al Partito democratico riprovera qualcosa?
«Spero che i giovani consiglieri del Pd trovino il coraggio di dire basta a questa sconcertante situazione di un sindaco giovane nelle mani di vecchi volponi. Non bastano le lettere di presa di distanza dai faccendieri lette in consiglio; occorre determinazione e coraggio se vogliono ottenere dei risultati per la nostra città».
Si sente di dare un consiglio al sindaco Zambon?
«Ribadisco. Ha vinto le elezioni con i giovani del Pd e deve confrontarsi e governare con loro, spero trovi il coraggio di smarcarsi dai suoi consulenti esterni, così tradisce non solo i suoi elettori, ma tutta la città».
Cosa promette ai peschieresi per i prossimi quattro anni all’opposizione?
«Noi di Forza Italia non stiamo facendo un’opposizione ideologica e abbiamo dato il nostro voto alle delibere fatte per il bene della città. Continueremo su questa linea la nostra attività politica, senza nessuna ambiguità. Non abbiamo nessuno che ci paga giornali e volantini, pertanto siamo liberi di votare esclusivamente per Peschiera».

Roberto Pegorini