11 Luglio 2019

Barcellona, luglio 2019, ai World Rolling Game la nazionale italiana arriva seconda nel medagliere finale, dietro alla sola Colombia, e tra gli atleti spicca il nome di Json Adriani, peschierese doc. Insieme a suo fratello Gabriel e a Geanina Stet, infatti, ha formato la squadra di roller freestyle che ha preso parte alla spedizione azzurra in Spagna insieme ad altri moltissimi atleti, organizzati in diverse discipline come speed skating, down hill, pattinaggio artistico, hockey e maratona, tutti sport praticabili con i pattini. «Quest’anno eravamo davvero un bel gruppo, tutti fortissimi e preparatissimi», ha raccontato Adriani. «Per noi questa era solo la seconda esperienza con la nazionale e possiamo dirci soddisfatti di aver raggiunto io il 24esimo e mio fratello il 26esimo posto su 70 partecipanti alle gare della nostra disciplina. Direi che, visto il livello agonistico, ben più alto rispetto all’esperienza in Cina dell’anno scorso, non potevamo pretendere di più. C’è anche da considerare che a Barcellona erano presenti squadre che non avevano potuto partecipare ai mondiali precedenti perché i costi non erano proprio accessibili a tutti, e questo ha contribuito a rendere questa competizione particolarmente difficile». Al di là del risultato i nostri sportivi possono dirsi contenti della definitiva consacrazione ricevuta da parte della Federazione italiana sport rotellistici. «Se pensiamo che appena tre anni fa questa squadra non esisteva neanche, possiamo dire di aver fatto dei passi da gigante», ha spiegato il giovane peschierese. «Per noi che pratichiamo uno sport che viene dalla strada è un enorme traguardo quello di essere riconosciuti a livello agonistico. Siamo da subito stati trattati benissimo da tutti quelli che lavorano nella federazione e ci siamo sentiti membri di una grande famiglia. Diciamo, quindi, che ci sono tutti i presupposti per crescere sia come gruppo umano che come atleti professionisti. L’unica cosa che ci svantaggia un po’ è il fatto che in Italia non ci siano strutture adatte alla preparazione di noi pattinatori freestyle, e all’estero gli allenamenti si svolgono in ambienti che riproducono esattamente quelli di gara. Però sono convinto che continuando su questa strada troveremo il modo di stringere una collaborazione sempre più costruttiva con gli organi e gli enti giusti, affinché ci vengano forniti gli strumenti per creare una squadra sempre più competitiva». Sul futuro, dunque, le idee sono piuttosto chiare, soprattutto quelle relative al suo ruolo all’interno della nazionale. «Io ormai sono un veterano», ha dichiarato Adriani. «Credo che sia giunto il momento di lasciare spazio alle nuove leve che vedo crescere a vista d’occhio. Ho deciso, infatti, che nei prossimi mesi mi concentrerò sulla formazione di una squadra di atleti emergenti in grado di presentarsi al prossimo grande appuntamento mondiale, Buenos Aires 2021, e di raggiungere le prime quindici posizioni. Io, d’altronde, ho già avuto la soddisfazione di rendere fiero mio padre, che quando ero piccolo vedevo emozionarsi davanti agli atleti della nazionale. In parte, il mio sogno è già diventato realtà. Ora lavoriamo per realizzarne altri».  
Mattia Rigodanza