15 Settembre 2017

Ancora un’iniziativa della onlus Charity in the world capeggiata dal peschierese Raffaele Brattoli. Quest’estate, insieme a Maurizio Ripa e Rossella Spicci ha preso parte al cosiddetto “Viaggio della speranza”. Destinazione Togo ed Etiopia per portare aiuto e sostegno “ai poveri più poveri”. Come di consueto, ecco alcuni stralci del suo diario di bordo. «Come ormai accade da diversi anni, le nostre ferie vengono sacrificate per sostenere la gente di questi Paesi condannati alla povertà estrema. Atterrati a Lomè capitale del Togo, siamo stati accolti da Simona, una suora missionaria della congregazione delle Misericordine. Lei, medico e chirurgo, si presta anche da autista per accompagnarci ad Afagnan. Qui Simona opera d’urgenza nell’ospedale più importante della regione e passa il suo tempo libero visitando e distribuendo medicinali agli abitanti più poveri dei villaggi più sperduti. Nelle capanne di fango e paglia di Sekponakopè, ad esempio, difficilmente raggiungibile a causa degli sterrati adatti solo ai fuoristrada, abbiamo preso parte attivamente alla distribuzione di medicinali, abiti puliti e sandali a tutti i bisognosi della comunità, mentre, sotto una tettoia improvvisata di foglie di palma, suor Simona visita e cura i suoi malati.Tra loro tanti, troppi, bambini. Nei giorni seguenti abbiamo inaugurato il secondo pozzo d’acqua potabile (datato marzo 2017), costruito nel perimetro della Chiesa Notre Dame du Perpetuel Secours ad Afagnan. Il pozzo è stato dedicato all’amico Tiberio Bartalini recentemente scomparso. Con lui, ho gareggiato a 5 maratone di New York e molte altre in Europa. Per me era un fratello. E così dopo la sua scomparsa, insieme alla moglie Chiara e ad alcuni suoi amici, abbiamo raccolto il necessario per la costruzione di questo pozzo e delle relative canalizzazioni. Le derivazioni estese su due lati delle mura della Chiesa, infatti, portano l’acqua all’esterno che può essere agevolmente utilizzata da tutta la popolazione. Il giorno seguente abbiamo inaugurato la seconda paillotte (edificio coperto a pianta circolare) dedicata a Madre Teresa di Calcutta “per il suo impegno instancabile tra le vittime della povertà”, una struttura di ricovero realizzata nel Centro di accoglienza per malati mentali nel villaggio di Zooti. Questi disturbi in Africa sono viste dai locali come possessioni demoniache e vengono quindi trattate con riti voodoo. I malati sono barbaramente torturati o semplicemente abbandonati, incatenati a delle piante nelle giungle fino alla loro morte. Tra i malati, accolti e curati dalle Suore Misericordine, ci sono anche giovani donne con i loro bimbi. Simona regala carezze e sorrisi a tutti e noi ci siamo fatti coinvolgere dalle forti emozioni provate. Il giorno seguente, sempre insieme a Suor Simona, siamo stati accolti dai capi villaggio di Badjenopè e da tantissima gente, speranzosa e sorridente, per dare vita al terzo pozzo d’acqua potabile. Dopo vari canti e poesie, ecco l’inaugurazione con il consueto rito dell’applicazione della targa, in questo caso dedicata a Papa Francesco “per la sua opera d’amore incondizionata verso tutti i bisognosi del mondo”. Così, abbiamo consolidato il nostro supporto a favore dei progetti promossi dalla congregazione di queste suore. Nei prossimi mesi ne saranno sviluppati e sostenuti di nuovi a favore dei più bisognosi, oltre a implementare gli aiuti con medicinali e abbigliamento di ogni genere. Ci vorrebbe un libro per raccontare tutto ciò che è stato fatto e le sensazioni provate in Togo, ma il Tigray in Etiopia già reclamava le sue necessità. E così ci siamo spostati ad Addis Abeba, per raggiungere successivamente Makallè, a nord del Paese e, infine, Adigrat, avamposto al confine con il nemico Eritreo, ospiti dell’istituto religioso dei Salesiani Don Bosco. Il mattino seguente giunti nel villaggio di Medeb, ci hanno accolto con il rito della preparazione del caffè e dopo balli e canti c’è stato offerto del pane da intingere nel miele, simbolo di riconoscenza per avergli donato salute e prosperità grazie alla realizzazione di un pozzo d’acqua potabile. Il capo villaggio, una donna, ci ha raccontato che ora non dovranno più bere l’acqua inquinata del fiume. Tra tanti sorrisi e abbracci, abbiamo faticato a trattenere le lacrime. Questo è stato il primo pozzo costruito da Charity in the world, già nel 2016, ma l’abbiamo potuto inaugurare solo ora per le condizioni di contrasto politico tra Etiopia ed Eritrea. Il pozzo è stato dedicato ai componenti di Charity, ai volontari e a tutti i contribuenti che hanno sostenuto finanziariamente il progetto. In questi primi due anni di attività abbiamo realizzato quattro pozzi e due pailotte in Africa, senza dimenticare i progetti svolti a sostegno dei terremotati in Italia nei comuni di Amatrice, Sant’Angelo e Camerino e a sostegno del centro di accoglienza di Fratel Ettore, sostenendo famiglie povere e aiutando i più deboli, aiutando la ricerca alla talassemia in Sardegna, nonché l’aiuto ai banbini non vedenti del Zanzibar e Madagascar.