22 Giugno 2018

Il problema principale del nostro Comune è la pochezza di questa giunta, e soprattutto del sindaco, nel prendere decisioni, nell’assumersi responsabilità e nell’affrontare i problemi». Ci va giù duro il Partito Democratico di Peschiera, riferendosi alla gara d’appalto per la gestione degli asili nido cittadini, che vedeva coinvolte due società, Eureka e Melograno, accusando l’amministrazione attuale di aver influenzato la vicenda gravando, anche dal punto di vista economico, sulla cittadinanza.
La questione nasce lo scorso anno, quando la dottoressa Sabina Perini, responsabile unica procedurale, che ha il compito di valutare eventuali anomalie durante le gare d’appalto sopra soglia impostate dalla centrale unica di committenza di Segrate (la cui responsabile è la dottoressa Patrizia Bellagamba, che è anche segretario comunale a Peschiera) e di sancire la definitiva partenza degli appalti stessi, ha respinto la classifica promossa dalla centrale che vedeva il Melograno in vantaggio su Eureka, gestore uscente, chiedendo l’esclusione dal concorso della prima, in quanto l’offerta presentata non era congrua economicamente. A quel punto la società penalizzata si è rivolta al Tar che, a sua volta, ha chiesto alla responsabile di Peschiera di compiere ulteriori accertamenti e produrre nuove valutazioni, ma Perini è rimasta ferma sulla sua posizione, aggiudicando l’appalto a Eureka e spingendo quindi nuovamente il Melograno ad appellarsi al tribunale. Il maggio scorso, però, il Tar ha dato ragione alla dottoressa peschierese, mettendo definitivamente la parola fine su questa vicenda.
«Innanzitutto è d’obbligo precisare che, se il responsabile unico procedurale e la centrale unica di committenza fossero sempre d’accordo, il loro ruolo di controllo reciproco a quel punto verrebbe meno», la riflessione del sindaco Caterina Molinari sulla vicenda, che replica con altrettanta decisione alle accuse del Pd. «L’opposizione dimostra di essere molto confusa su chi ricopre un ruolo tecnico e chi invece ne svolge uno politico. L’amministrazione detta solo la linea e le caratteristiche che devono essere inserite nell’appalto, ma poi esaurisce il suo compito, infatti non può nemmeno accedere al disciplinare di gara. In questo caso la disputa è stata tecnica e la politica non può e non deve interferire, proprio per evitare di influenzare il concorso. Noi ci saremmo volentieri risparmiati di pagare le spese legali, l’importante comunque era garantire la normale efficienza delle strutture, cosa che è stata fatta con la proroga concessa a Eureka durante questa spiacevole vicenda. Accusarci di conflitto d’interessi è molto spiacevole, soprattutto da partiti che non hanno mai avuto a che fare con la centrale unica di committenza e che non sanno nemmeno come funziona. In ogni caso, questo genere di accuse gravi si dovrebbero fare nelle opportune sedi giudiziarie, non per via mediatica».
Mattia Rigodanza