22 Maggio 2020

Tra i principali attori della lotta contro il coronavirus c’è senz’altro la protezione civile, organizzazione che a Peschiera Borromeo rappresenta un’eccellenza consolidata. Abbiamo intervistato Riccardo Cittadini, neo presidente dell’associazione che, sin dall’inizio del suo incarico, ha dovuto affrontare una situazione di emergenza straordinaria. 

Appena assunta la presidenza e già si è trovato ad affrontare una sfida molto impegnativa. Come ha vissuto questi ultimi tre mesi? 

“Sinceramente per me non è cambiato molto nell’approccio alle attività, ho vissuto l’emergenza sanitaria come tutte le altre, sull’onda di tanti anni come responsabile operativo. Per noi che abbiamo tanta esperienza non è cambiato molto dal punto di vista dell’organizzazione e, nonostante la straordinarietà della vicenda, ci siamo fatti trovare pronti”. 

Cosa vi ha insegnato questa emergenza?

“Sicuramente a non dare mai nulla per scontato. Per quanto possiamo essere preparati c’è sempre qualcosa che può sorprenderci e dobbiamo stare sempre attentissimi a tutto”. 

E chi può aiutarvi in questo?

“In realtà dipende tutto da noi. Istituzioni e cittadini possono dare il loro apporto, ma ci piace assumerci le nostre responsabilità”. 

In questo caso crede che istituzioni e cittadini siano stati collaborativi?

“Assolutamente sí. Sin dal 12 marzo è stato istituito il Coc, Centro operativo comunale, che si riunisce tutt’ora ogni lunedì, coinvolgendo politica, forze dell’ordine e tecnici. Anche i cittadini hanno fatto la loro parte. Sono stati stupendi, hanno risposto bene e in modo responsabile. Tutto sommato credo che da questo punto di vista a Peschiera il bilancio sia stato positivo”. 

Crede che esisterà un prima e dopo Covid19?

“Sicuramente sarà qualcosa che ci ricorderemo. Una volta stati in Albania durante la crisi del Kosovo pensavamo di aver visto tutto, ma questo virus è stato ed è tutt’ora qualcosa di pazzesco per il nostro territorio nazionale. Tutte le emergenze sono diverse per l’approccio con cui bisogna affrontarle e questa volta, a mio parere, stiamo andando verso una bellissima vittoria”. 

Quindi anche le tecniche operative che avete messo in campo sono state efficaci, giusto?

“Le tecniche operative sono la nostra avanguardia, tant’è che abbiamo prestato assistenza anche al Comune di Milano e alla Provincia durante l’alluvione dei giorni scorsi. Per quanto riguarda il Covid19 direi che, oltre alle prassi standard di sicurezza, ha fatto la differenza la nostra organizzazione interna fatta di disciplina e devozione. A Peschiera siamo un gruppo sinergico e molto determinato. Un’organizzazione che vanta volontari disposti a spendersi fino a 40 ore alla settimana, lavorando anche 12 ore al giorno. Un gruppo davvero stupendo”. 

Lei ora ricopre ruoli molto importanti, come il responsabile per la ricerca di persone scomparse a livello provinciale, ma sembra che le manchi di già la parte più operativa di questo lavoro, mi sbaglio? 

Non ti sbagli. Dopo 25 anni è dura cambiare impostazione. Io in fondo mi sentirò sempre un operativo, infatti sono uno che non riesce a stare fermo in sede, ho bisogno di uscire, di sporcarmi le mani. Non sono un tipo da scartoffie e scrivania, ecco”. 

Si può dire, dunque, che la nomina a presidente l’abbia un po’ presa alla sprovvista? 

“È stata una bella soddisfazione e ne sono davvero onorato. Però forse avrei preferito rimanere un operativo, questo sí”.  

Cosa hai imparato a livello umano in tutti questi anni di protezione civile?

“Da certe esperienze porti a casa delle cose importanti. L’Albania ci ha cambiati, ci ha fatto capire che c’è sempre chi sta peggio di noi. Sono diventato meno egoista e ho iniziato ad affrontare la vita con un piglio diverso. Devo tanto a questa organizzazione”. 

Parliamo invece di quando torneremo alla normalità. Avete iniziative avete in cantiere? 

“Partiamo dal presupposto che non torneremo alla normalitá prima della fine dell’estate e lo faremo solo se ci atterremo ancora alle regole. Una volta che sará tutto finito dovremo rivedere il nostro calendario e riprendere tutte le attività, dagli addestramenti alle formazioni specialistiche, sia a livello provinciale che regionale, fino alle attività sul rischio idrogeologico che, nella nostra zona, è sempre un argomento di grande attualità. Speriamo di tornare presto a regime”. 

Quindi, in fondo, è ottimista riguardo al futuro...

“Assolutamente. Sono un’ottimista di natura. Anche questa volta ce la faremo e porteremo a casa dei buoni insegnamenti per il futuro, non ne ho dubbi. Torneremo a vivere la città e a sorridere, e sarà stato anche grazie al lavoro di tutti i nostri volontari e alla rete di cittadini e aziende che ci sostiene ogni giorno e che non smetteremo mai di ringraziare”. 

Mattia Rigodanza