24 Settembre 2021

Come ha tenuto a precisare più volte la sua è una coalizione di programma. Lui è Marco Malinverno e tenterà la scalata alla poltrona di sindaco (ruolo che ha già ricoperto dal 1994 al 2004) appoggiato dal Partito Democratico, L’Impronta, Peschiera Partecipa e Peschiera+Viva. Anche se è un volto noto, andiamo a conoscerlo meglio.
Come mai ha deciso di tentare di  nuovo l’avventura politica e di candidarsi a sindaco?
«Una decisione che ha radici piuttosto lontane. Ero direttore generale del Banco Farmaceutico e dopo numerose soddisfazioni è arrivato un periodo in cui avevo perso entusiasmo per molteplici motivi. Nel 2019 ho preso parte a una corsa in bicicletta. Per farla breve, ero andato ad agganciare e superare uno scalatore, io che non lo sono, mentre in discesa ho perso il vantaggio. Per orgoglio ho cercato di riprenderlo nuovamente e sono caduto. Rottura del bacino, 7 fratture composte e la decisione di cambiare lavoro. Ho iniziato a fare l’agente immobiliare per un breve periodo, ma proprio in quei giorni ho incontrato numerose persone che mi chiedevano di candidami».
E lei ha accettato?
«Ho iniziato a rifletterci. Conosco la politica, ho spirito organizzativo e ho esperienza. E così ho sondato il terreno per capire se davvero ci fossero le condizioni, mettendo un programma davanti a tutto. I risultati sono stati positivi e siccome credo che la politica sia la più alta forma di carità, a 60 anni ho deciso di ricandidarmi».
Che sensazioni ha?
«Ottime. Sto girando molto e mi ha colpito il fatto che mi conoscano non solo quelli della mia generazione, ma anche tantissimi 35enni o giù di lì. E dicono di apprezzarmi. Vedo un bel clima intorno a me, anche se so benissimo che non sarà per nulla facile imporsi in una città di 35mila abitanti».
Se dovesse darmi tre punti fondamentali del suo programma?
«Ne dico uno fondamentale che racchiude tutto. Il nostro è un programma che prevede interventi immediati così come a lungo termine e per fare questo c’è bisogno che il Comune torni a essere impresa sociale. Bisogna tornare a confrontarsi non solo con i cittadini, ma anche con le imprese, il terzo settore, la altre istituzioni e così via, per arrivare a costruire percorsi organizzati e pompare risorse. In poche parole ci vuole organizzazione e serve una capacità di progettare. La politica del Comune non si può fare con le imposte, è una visione statica che non basta più».
Analizzando la sua coalizione, il Pd ha accettato che non si parli di coalizione di centrosinistra: mi pare che abbia optato per un bel sacrificio...
«Il Pd ha fatto un salto da gigante anche dal punto di vista del rinnovamento. Il neo segretario cittadino  Claudia Bianchi ha una grande passione e ha organizzato una lista di candidati al consiglio comunale formata da volti nuovi e persone competenti».
Però non definirvi di centrosinistra fa un po’ strano...
«È vero che abbiamo al nostro interno il Pd, i renziani di Peschiera+Viva e in Peschiera Partecipa esponenti di sinistra e ambientalisti, ma è il programma quello che ci contraddistingue. Senza scordare che la mia candidatura è stata fortemente voluta da L’Impronta che di certo al suo interno non ha persone che si possono considerare di sinistra. Accettando la definizione “coalizione di programma”, il Pd ha dimostrato una grande lungimiranza e si conferma soggetto politico interessante, perché ha compreso che a Peschiera è nato un laboratorio politico unico».
Non deve essere stato facile per lei riuscire a unire anime così diverse...
«È esattamente il contrario. Se partiamo dai bisogni della gente si trova una sintonia straordinaria tra persone diverse».
Conferma che i nomi dei possibili assessori li ha già in mente, ma non li ufficializza?
«Confermo. Devo fare delle ultimissime valutazioni, ma a grandi linee ho già bene in mente la squadra. E vorrei precisare che le valutazioni non saranno fatte a seguito del responso delle urne, perché posso già affermare che qualunque sia il risultato, in caso di vittoria tutte le quattro liste avranno rappresentanza in giunta».
Cinque anni fa lei si schierò con Caterina Molinari. Cosa l’ha spinta ora a candidarsi contrapponendosi anche all sua fazione?  
«Il fatto che abbiano tradito il motivo ispiratore con cui era nata Peschiera Riparte. Si sono chiusi in loro stessi, rifiutando il confronto e il dialogo. Si sono asserragliati dietro a una presunzione a tratti imbarazzante. E ci tengo a precisare che non è una critica alle persone, bensì una valutazione politica».
Solitamente chi vince però, forte del consenso ottenuto, va avanti senza ascoltare l’opposizione...
«Posso tranquillamente dire che, in caso di vittoria, parlerò con i consiglieri di minoranza e li inviterò a frequentare gli uffici comunali e proporre delibere. Spetterà poi alla giunta la decisione di approvarle o meno, ma in caso di rifiuto sarà sempre data una motivazione».
Per ora la campagna elettorale sta tenendo toni civili. Crede che con il passare dei giorni si inasprirà?
«Sono contrario a delegittimare l’avversario e favorevole al confronto sui programmi. Se poi vorranno infangarmi, non seguirò i gossip».
A proposito, cosa pensa dei suoi tre  avversari?
«Posso dire che sono delle brave persone. Isabella Rosso è quella che conosco in maniera più superficiale, mentre Antonella Parisotto era con me nel Pci ed è una persona corretta, cosa che posso dire anche di Moretti. Forse il vero problema sono i componenti delle squadre».
Ipotizziamo un ballottaggio. In quel caso gli scenari sono due. Partiamo da quello in cui lei è ancora in corsa: prevede apparentamenti, appoggi esterni o continuerà a correre solamente con la coalizione iniziale?
«Tradizionalmente sono contrario agli apparentamenti, li trovo accordi di potere. L’appoggio esterno invece può starci. Se non andassi al ballottaggio, personalmente darei indicazione di voto per il candidato con il programma più simile al nostro».
Perché i peschieresi dovrebbero votarla?
«Perché credo mi vengano riconsciute da tutti esperienza, competenza, capacità di ascoltare, di confronto  e di rappresentanza delle istituzioni».
Lunedì 4 ottobre alle ore 15 si chiuderanno i seggi. Alle 15.05 Marco Malinverno cosa farà?
«Mi isolerò fino all’esito della metà dei seggi più uno. Poi spero di brindare».