13 Dicembre 2019

Come cittadino italiano e africano  accuso Salvini ed il suo governo di crimini contro l’umanità e di genocidio». A pronunciare queste parole, lunedì mattina è stato Ousseynou Sy, il 47enne senegalese, ma con cittadinanza italiana che lo scorso 20 marzo sequestrò e dirottò uno scuolabus con a bordo 51 bambini, due insegnanti e una bidella. Le sue sono state dichiarazioni spontanee rilasciate nell’aula di tribunale, in cui è sottoposto a giudizio con le pesanti accuse di  strage, sequestro di persona aggravato, incendio, resistenza e lesioni.  Il senegalese ha così voluto ribadire che il suo folle gesto, culminato con l’incendio della scuolabus, sulla Paullese, in territorio di Peschiera Borromeo, in cui solo per la prontezza e professionalità dei carabinieri  ha permesso di salvare tutti gli ostaggi, era dettato dalla volontà di vendicare le morti nel Mediterraneo. Ousseynou Sy ha anche aggiunto: «Non sono un assassino e non sono un terrorista. Mi auguro che giustizia sia fatta anche per noi africani. Sono anch’io un figlio di quell’Africa, che voi conoscete molto bene, che ha visto i suoi figli spogliati della dignità umana, di ogni diritto alla serenità, alla felicità, anche oggi. Le mie parole sono verificabili», spiegando per quale motivo considera l’ex ministro degli Interni responabile: «Come cittadino italiano e africano  accuso Salvini e il suo governo di crimini contro l’umanità e di genocidio. Quando una persona non viene soccorsa per strada, viene accusata di omissione di soccorso. Ho compiuto quell’azione per l’Africa che ha tutto quello che serve per vivere per 10mila anni. Mi chiedo: cosa spinge milioni di persone ad affrontare l’inferno per una vita migliore? La risposta: lo sfruttamento, il disprezzo del popolo africano. Ci chiamate poveracci, sventurati, disgraziati. Noi non siano né poveracci, né sventurati, né disgraziati. E quando guardiamo i bambini galleggiare, ormai ci abbiamo fatto l’abitudine, non ci fa più né caldo né freddo».