14 Dicembre 2018

Canzo, ovvero la terra di nessuno. Una frazione ai margini del contesto urbano che troppo spesso è parsa essere abbandonata dalle amministrazioni che negli anni si sono susseguite alla guida di Peschiera Borromeo. I problemi che si riscontrano sono sempre gli stessi e possono essere ricondotti principalmente a due motivi: la locazione geografica e il fatto che capannoni e magazzini la facciano da padroni. Concentrandoci sul tessuto industriale presente nel piccolo rione peschierese, esso comporta inevitabilmente un massiccio e persistente traffico di mezzi pesanti che continua a caratterizzare la vita dei residenti. A questo proposito, ultimamente, sono state postate sui social diverse fotografie che ritraggono segnali stradali rotti o addirittura divelti, e gli abitanti della zona identificano i camion e la guida spericolata come i principali responsabili di questi incidenti. In particolare, in corso Italia, un cartello che indica un passaggio pedonale è rimasto a terra per più di un mese, mentre una mattina della scorsa settimana un passante ha notato un palo della pista ciclopedonale completamente sradicato e circondato da residui di automezzo in frantumi. Ma non è tutto. Sistematiche sono diventate, infatti, le segnalazioni di chi lamenta parcheggi su passi carrabili e autocarri in divieto di sosta anche in orario notturno. Quello che si chiede all’amministrazione è un maggiore controllo e una più costante presenza nella zona di vigili urbani. «Canzo, come San Bovio e Linate, è una frazione completamente abbandonata a sé stessa», denuncia Luca Zambon, neoeletto segretario locale del Pd. «I modi in cui l’attuale amministrazione sta gestendo i problemi del quartiere sono inaccettabili, indicano una palese incompetenza e sottolineano come molte delle promesse fatte in campagna elettorale non siano state mantenute. La questione dei camion è cruciale e influenza la vita di moltissimi residenti che hanno creduto in questa amministrazione e ora si trovano a fare i conti con un problema enorme che caratterizza la quotidianità delle persone».
Mattia Rigodanza