22 Giugno 2022

Nei giorni scorsi il Cpia (Centro provinciale per l'istruzione degli adulti) ha dato il via a un corso estivo di italiano dedicato alle donne ucraine. La classe sarà composta da 25 persone, tra loro anche un uomo, che parteciperanno a 100 ore di didattica (termine previsto il 27 luglio) e si tratta di un progetto pensato dal sindaco Ivonne Cosciotti reso possibile dai finanziamenti regionali del Bando Fami.
Ad augurare buon lavoro agli studenti sono stati proprio il sindaco e l'Assessore alla Scuola Jessica D'Adamo, che con il responsabile della sede Pietro Panebianco, la vice preside Maria Grazia Turra e gli insegnanti hanno dato il via ufficialmente al percorso didattico che prevede anche il supporto di un mediatore culturale. «Un lavoro di squadra reso possibile grazie alla disponibilità dei docenti, che operano nei locali che il Comune ci ha messo a disposizione con lungimiranza consentendoci di garantire una importante continuità di insegnamento», ha sottolineato il dirigente del Cpia Lucia Pacini.
Queste invece le parole del primo cittadino: «Attraverso questo corso le donne ucraine e non solo potranno avere uno strumento importante per inserirsi nel mondo del lavoro in Italia. Un ringraziamento particolare va alla preside Pacini, che in modo tempestivo e con grande visione ha organizzato in brevissimo tempo questo progetto». D’Adamo ha invece aggiunto: «Sono molto soddisfatta dell'avvio di questo corso perché queste donne avranno la possibilità di imparare la lingua in un contesto scolastico, con docenti qualificati e in una classe che consentirà loro anche di creare nuove relazioni umane e sociali». L’assessore ai Servizi Sociali Mirko Di Chio, infine, ha sottolineato che: «Per queste persone che hanno avuto il dramma di vivere un evento terribile che le ha costrette a lasciare la propria casa e i propri affetti e che si trovano non per scelta in un paese straniero si possono fare concretamente  cose per permettergli di integrarsi al meglio: il supporto nella ricerca di un lavoro, ma per farlo servono gli strumenti e il principale è proprio la conoscenza della lingua: da qui l'importanza di questa scuola».