01 Dicembre 2017

Ancora manette a Pioltello. Precisamente ai polsi del 27enne Manuel Manno, cugino di Roberto, già in carcere dal 6 novembre perché accusato di avere fatto esplodere una bomba davanti all’appartamento di un ecuadoriano, a cui aveva prestato 20mila euro, diventati in pochi giorni 32mila e non restituiti alla scadenza dell’ultimatum. Insieme a Manuel sono stati arrestati anche Fabrizio Gambardella e Francesco Pentassuglia, considerati suoi complici. I tre non sono direttamente legati all’episodio della bomba piazzata nello stabile di via Dante, a Limito, tuttavia sono finiti nel mirino dei carabinieri del nucleo operativo della Compagnia di Monza, del comando provinciale di Milano e della compagnia di Cassano d’Adda, partendo da questa indagine. Per loro, nel decreto firmato dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm della Dda (Direzione distrettuale antimafia) Paolo Storari, si parla di estorsione, usura e violenza privata, reati aggravati «dall’aver commesso il fatto con metodo mafioso». A far decidere per il loro fermo anche il fatto che Manuel Manno fosse in procinto di imbarcarsi per Bangkok, e il pericolo che più che un viaggio fosse una fuga è stato considerato altissimo. Il reato contestato ai tre risale ad agosto 2016 e vede come vittima un sudamericano, anch’esso residente a Pioltello, a cui era stato fatto un prestito, rivelatosi un atto di strozzinaggio: una somma di 3mila euro, da pagare in un’unica rata, maggiorata di 400 euro per ogni mese trascorso, fino allo scadere del termine stabilito. Circa un anno dopo il debito era oramai elevatissimo e lo straniero, che nel frattempo aveva anche perso il lavoro, non era stato in grado di saldarlo. E così dalle minacce più cruente (spezzare un braccio al figlio o fare prostituire la moglie) i tre erano passati alle maniere forti. Avevano caricato in auto l’uomo e gli avevano spento un sigaro in fronte. Il suo tentativo di scappare era stato inutile. Il sudamericano era stato picchiato con inaudita violenza.