23 Novembre 2020

L’amministrazione comunale, in collaborazione con le chiese cittadine, da qualche sere ha fatto illuminare i campanili pioltellesi.  Un’idea  che da tempo era nelle corde della giunta e che ora è stata attuata, come spiega il sindaco Ivonne Cosciotti: “Mai come quest’anno era importante tornare alle nostre radici, sentire il calore di un riferimento, della storia di una città che vale per ogni persona, credente o meno”. E il primo cittadino nello spiegare questa decisione, prende la palla al balzo per ricordare quanto il momento sia delicato e quanto si debba essere responsabili: “Il campanile era anche lo strumento che avvisava la popolazione per gli eventi: campane a morte, campane a festa, pericolo e così via. Ecco la situazione oggi è molto grave. In ogni famiglia purtroppo ci sono persone ammalate e se anche molte fortunatamente hanno pochi sintomi ormai quotidianamente leggiamo di amici che ci lasciano o sono in ospedale a combattere la loro personale battaglia. Che poi personale non è, perché richiede lo sforzo immane di soccorritori, medici e infermieri che iniziano a dare segni di cedimento e sono certamente molto stanchi, tanti anche ammalati”. E i numeri pioltellesi non fanno certo eccezione. Le persone risultate positive, infatti, sono almeno 400, ma oltre 500 registrano sintomi sospetti e una quarantina sono i  ricoverati.

E la superficialità di chi dovrebbe rispettare la quarantena è un tasto su cui Cosciotti decide di picchiare: “Non sto a dirvi che la quarantena deve essere rispettata. Già, perché se sei positivo si compie un reato penale, qualora non la si esegua, ma anche chi è in quarantena fiduciaria deve fare un atto di civiltà. Io ho gli elenchi e mi è capitato di vedere in giro alcune persone che vi rientrano. Le scuse sono le solite: Sono solo a prendere il pane, sto facendo un giretto col bambino, porto due cose a mia madre. No, così non può funzionare. Vorrei farvi parlare con chi nella solitudine di una camera di ospedale ha fatto l’ultima telefonata prima di essere intubato, salutando tutti perché non sa se li rivedrà. Queste persone magari si sono ammalate per chi ‘Stava solo comprando il pane’. E non iniziamo a parlare dei quartieri più difficili o dei bambini senza mascherina, perché sono solo scuse di chi va a spasso con la strana convinzione di essere cauto e di sapere come fare a non diffondere un virus che sa di avere ipoteticamente in corpo. Un virus che non ha età o razza. Quindi, tornando ai campanili illuminati, sentiamoci una comunità e comportiamoci avendo a cuore anche il più fragile tra di noi”.