15 Novembre 2019

Una mostra da guardare in silenzio, cercando di gestire l’inevitabile groppo in gola. Lo scorso sabato, in biblioteca, è stata inaugurata la mostra “Com’eri vestita”, un titolo che sottende uno sgradevole pregiudizio: capire cosa indossavano le donne vittime di abusi sessuali, come se fosse un’aggravante. Allestita dal Comune, insieme ai ragazzi della 2B Professionale Socio sanitario del Machiavelli, su progetto dell’associazione Libere Sinergie e dell’Università del Kansas, la mostra, visitabile fino al 26 novembre, è una ferma condanna, senza se e senza ma, sui carnefici. «La violenza sta nelle teste delle persone. Ed è qui che dobbiamo operare, perché contro la violenza l’unica risposta è il rispetto dell’altro e il confronto», le parole del sindaco Ivonne Cosciotti, a chi hanno fatto seguito l’intervento dell’assessore alla Cultura, Jessica D’Adamo, che ha letto la testimonianza della donna da cui è nata l’idea della mostra.