16 Febbraio 2018

A tre settimane dalla tragedia del treno di pendolari partito da Crema e deragliato sul territorio pioltellese che ha causato la morte di tre passeggere, non si placa l’eco di quel dramma. Anche perché sono entrate nel vivo le indagini per cercare di fare chiarezza sulle cause dell’incidente. Da quanto trapelato, i primi riscontri effettuati parrebbero confermare l’iniziale ipotesi di alcune carenze nella manutenzione della rotaia. Il dito è puntato in particolare sul cosiddetto “punto zero” (dove si staccò un pezzo di rotaia di 23 centimetri), cioè il punto in cui il treno è uscito dal binario.
Anche le testimonianze delle persone che si trovavano sul convoglio  pare che vadano in questa direzione. Sono stati, infatti, in molti (almeno un centinaio), che si trovavano sul terzo vagone del convoglio, quello deragliato per primo, a dire di avere sentito uno “schianto” esattamente in quel punto, come se qualcosa impedisse il regolare passaggio sulla rotaia. Sensazioni diverse quelle provate dai passeggeri della quarta carrozza, che lentamente si inclinava, mentre il macchinista e i passeggeri della quinta e ultima carrozza hanno testimoniato di non essersi esattamente resi conto di quanto stava accadendo perché loro non sono usciti dai binari. Nella seconda carrozza, infine, non c’era nessuno per problemi tecnici. Ci vorranno comunque parecchie settimane prima che gli esperti nominati dal procuratore aggiunto Tiziana Siciliano e dai pm Maura Ripamonti e Leonardo Lesti, possano stilare una relazione più precisa. Per il momento restano comunque indagati due manager e quattro tecnici di Rete Ferroviaria Italiana e due manager di Trenord, la prima azienda responsabile della tratta percorsa, la seconda del convoglio coinvolto.