02 Febbraio 2018

I tecnici che sono stati fermati dalle autorità erano impegnati esclusivamente in controlli tra Pioltello e Treviglio, in vista della riapertura degli altri due binari della linea, nelle zone non poste sotto sequestro dall’autorità giudiziaria in seguito all’incidente del 25 gennaio. Gli operai, non avendo la percezione dei confini dell’area sequestrata, non visibilmente segnalati, li hanno superati inavvertitamente. In ogni caso, i tecnici non hanno mai invaso luoghi o aree recintate e non avevano alcuna volontà o intenzione di superare i limiti imposti dalla magistratura”. Questo il testo di un comunicato di Rfi (Rete ferroviaria italiana) emesso poche ore dopo il fatto in difesa di quattro operai che lo scorso sabato sono stati fermati dagli agenti della polizia ferroviaria e dalla scientifica perché avevano superato l’area posta sotto sequestro, teatro della tragedia nella quale hanno perso la vita tre passeggere. I quattro uomini, che indossavano pettorine di Rete ferroviaria e avevano una serie di strumenti a ultrasuoni, solitamente utilizzati per compiere verifiche di disfunzioni sulle rotaie, non hanno fornito spiegazioni precise sulla loro presenza alle forze dell’ordine. Per loro è scattata una denuncia per violazione dei sigilli. Quasi sicuramente si è trattato di un gesto superficiale, ma a soli due giorni dalla tragedia la tensione nell’area era ancora notevole e la loro presenza non è stata tollerata. Nel frattempo nella zona considerata off limits la polizia scientifica ha utilizzato anche dei droni per cercare dall’alto dettagli che potrebbero risultare decisivi per fare maggiore chiarezza sull’intera vicenda.
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