12 Aprile 2021

Quando abbiamo intervistato per la prima volta Enea Barozzi era appena uscito il film “Il ragazzo invisibile”, per la regia di Gabriele Salvatores, e il giovane stava muovendo i primi passi nel mondo dello spettacolo. Il ruolo del bullo Brando Volpi gli ha permesso di scoprire la strada che, a 7 anni da quell’avventura, ha assunto le caratteristiche di una carriera che promette davvero bene. Oggi, con alle spalle diversi anni trascorsi tra laboratori video pluripremiati ed esperienze teatrali, il 21enne pioltellese ha sviluppato una consapevolezza e una maturità che lo rendono a tutti gli effetti un astro nascente nella galassia del cinema italiano. “Sono giunto alla conclusione che la recitazione cinematografica sia proprio la mia strada”, racconta Barozzi. “Gli ultimi due anni passati sui palcoscenici teatrali mi hanno fatto capire che voglio comunicare attraverso uno schermo, voglio che le mie espressioni arrivino a più persone possibili. Mi sento come se stessi navigando un oceano immenso con una barchetta di legno: la strada è lunga e io sono ancora in balia delle onde, ma so perfettamente dove voglio arrivare. Il mio obiettivo non è diventare famoso, ma farmi conoscere dalle persone con cui mi interfaccio. Sono cresciuto su set pubblicitari e cinematografici e ho sempre dovuto fare i conti con un mondo composto prevalentemente da adulti, cosa che mi ha portato a maturare in fretta un approccio estraneo a molti dei miei coetanei. Fin da piccolo ho imparato a rapportarmi con persone molto più grandi di me, sviluppando una mentalità particolare e la capacità di saper distinguere chi mi sostiene da chi ha un impatto negativo sulla mia vita. Ora, a piccoli passi, sto cercando di affermarmi sul grande schermo”.

A quanto pare, però, questi piccoli passi stanno diventando grandi falcate, o almeno così si direbbe visti i progetti appena passati e quelli in cui l’attore è attualmente coinvolto. “Dopo Il ragazzo invisibile ho lavorato con Paolo Sorrentino alla seconda stagione di “The young Pope. È stata un’esperienza fortemente formativa che mi ha permesso di lavorare con persone altamente qualificate. Ho avuto la fortuna di condividere il set con Jude Law e di essere truccato dal make up artist che ha vinto il premio Oscar per “The revenant”, il film con Leonardo Di Caprio. Ma il bello deve ancora venire, perché da ottobre sto partecipando alle riprese della prima produzione italiana targata Amazon Prime, un progetto stratosferico da 40 milioni di euro. Si tratta di una serie che racconta il dramma della ‘ndrangheta negli anni ’80 e io interpreto Rossano, un personaggio molto importante che si evolve radicalmente durante la storia, passando dall’essere lo stronzo di turno al fidanzato della protagonista. Insomma, questa produzione rappresenta un gradino importante per la mia carriera e non potrei essere più felice, se non fosse per il fatto che mi hanno fatto tagliare i capelli alla Nino D’Angelo”.

Le luci della ribalta sembrano aver inquadrato un nuovo talento, dunque, che a ogni progetto perde un po’ di malizia e acquista quella consapevolezza nei propri mezzi che serve a raggiungere obiettivi importanti. “Sul set, ormai, mi sento a casa”, conclude Barozzi. “Ogni volta che parto con un nuovo lavoro incontro persone che mi sono già state a fianco in passato, tecnici e artisti che hanno reso i miei ultimi anni indimenticabili”. Lasciamo il promettente attore con la sicurezza di rivederlo presto sul grande schermo e con la sensazione che, già a partire da questa estate, sentiremo molto parlare di lui.

Mattia Rigodanza