24 Settembre 2021

È stato il primo a ufficializzare la sua candidatura alla carica di sindaco, anche se non ha mai fatto segreto di non contare troppo sulla vittoria: Giampiero Dio, 47 anni, artigiano e docente, candidato per il Movimento 5 Stelle, si definisce “in panchina, in attesa di vedere cosa accadrà”.  
In panchina? Dunque non ritiene di poter vincere?
«Non credo. Certo, ovviamente noi ci speriamo, sarebbe bellissimo, ma visto quello che stanno mettendo in campo gli altri, le forze che si stanno schierando e gli investimenti, la vedo molto dura».  
E quindi qual è l’obiettivo di questa campagna elettorale?  
«È la terza tornata elettorale a cui partecipiamo. La prima volta fu nel 2014, quando ottenemmo circa l’8%, immediatamente dopo il commissariamento che seguì la fine della giunta Concas. Nel 2016, con candidata Monica Sivieri, salimmo a quasi il 15%, raddoppiando anche la nostra presenza in consiglio, con due consiglieri, il candidato sindaco e il sottoscritto, diventando di fatto la seconda forza politica dopo il Pd. Il nostro obiettivo è confermare quanto fatto fino ad ora e fare anche meglio».  ​
È stato in consiglio comunale per 5 anni, che esperienza è stata?  
«Abbiamo svolto 5 anni di opposizione lavorando con impegno. All’inizio è stata dura, perché venivamo dal commissariamento, visto che Cristina Carrer era rimasta in carica pochissimo, e c’erano tante cose da sistemare. Poi però, devo ammettere che il sindaco Cosciotti e la sua amministrazione sono stati propensi ad ascoltare i nostri suggerimenti, abbiamo lavorato bene e abbiamo avuto la prova che una buona programmazione preventiva ti fa pedalare veloce e andare lontano».  
È un complimento all’amministrazione uscente?
«Bisogna dare atto a Cosciotti e alla sua giunta di aver realizzato un buon 80% del programma promesso in campagna elettorale. Mancano ancora molte cose, ma si stanno realizzando o si realizzeranno da qui a poco. Ricordo che definimmo il loro programma “libro dei sogni” perché era davvero molto puntiglioso. Devo dire che questo ha pagato».   
Quindi, la domanda che vorrei farle sembra già avere risposta: ipotizzando che si andrà al ballottaggio e che lei non ci sarà, chi appoggerete?  
«Non è così scontato sia Cosciotti. Ammetto che una chiacchierata l’abbiamo già fatta, ma è stata solo conoscitiva. Se si andrà al ballottaggio, bisognerà sedersi a un tavolo, confrontare i nostri programmi elettorali e trovare punti di contatto. Vedremo. Anche perché ci sono cose su cui l’amministrazione non ha voluto saperne nulla, ma che per noi sono fondamentali».  
A cosa si riferisce?
«Di certo la rotazione dei pubblici uffici. La legge la prevede per il personale all’interno delle pubbliche amministrazioni nelle aree a più elevato rischio di corruzione, parlo per esempio del settore Ambiente o della polizia locale. Abbiamo chiesto che si applicasse anche al nostro Comune, ma c’è stato detto che non è così facile sostituire alcune competenze. Ritengo invece che si possa e ci si debba lavorare, per garantire controlli più puntuali. Senza dubbio questo è uno dei nostri obiettivi»  
E quali sono gli altri?  
«Dare risposta al problema dell’emergenza abitativa: a Pioltello abbiamo una lista infinita di persone che hanno bisogno di una casa. E poi la questione ambientale. Dopo lo spegnimento dell’inceneritore di cui eravamo soci, la scelta di cosa fare per smaltire l’indifferenziata sarà importantissima, perché da questo potrebbe dipendere l’aumento del costo della Tari. Ci sarà da mettere in campo un’importante strategia di sensibilizzazione della cittadinanza al riciclo: a Pioltello oltre il 30% della spazzatura non viene differenziata, con costi non indifferenti per lo smaltimento. E poi riteniamo fondamentale pensare a un piano di gestione del traffico, vista la quantità di logistica che sta nascendo nei Comuni limitrofi: bisogna studiare un modo per evitare che il traffico passi internamente da noi».   
Il vostro programma contiene questi punti? E che altro?  
«Il nostro programma non è un libro magico. Siamo partiti dal presupposto che la giunta uscente ha approvato un Documento unico di programmazione che ha validità triennale. Lo abbiamo analizzato punto per punto, dando la nostra soluzione a problemi su cui già si sta lavorando. Magari siamo d’accordo che si intervenga in un ambito, ma non condividiamo il modo o l’indirizzo da dare».
Per chi non la conosce, ci parla di lei?
«Sono un artigiano, mi occupo di restauro di auto storiche e non. Da 6 anni insegno all’Accademia Formativa Martesana di Gorgonzola, parlo del mio mestiere a ragazzi adolescenti, delle medie e delle superiori. Sono in politica dal 2009, da quando Grillo lanciò i primi meet up. Mi sono unito al gruppo pioltellese e da allora non ho più smesso. All’inizio avevamo una missione: lanciare il messaggio che stava nascendo un’alternativa ai partiti storici e che la politica poteva essere fatta dalla gente, che partecipava attivamente alle scelte, e non solo da qualcuno che, in quanto rappresentante, può scegliere per gli altri. Poi siamo cresciuti, abbiamo lavorato, imparato, è nato il M5S e siamo diventati politici veri e propri»
Se dovesse dirci un suo pregio e un suo difetto?
«Il difetto è che non riesco a dedicare alla politica tutto il tempo che vorrei, perché lavoro. Se pensiamo che in Italia un consigliere prende 20 euro a seduta di consiglio, ci rendiamo conto di quanto questo sia da ostacolo a chi vuole impegnarsi seriamente. Un consigliere dovrebbe essere messo nelle condizioni di poter dedicare tempo al proprio ruolo. Il pregio è che non mollo mai, se ho un obiettivo vado avanti come un treno».  
Un pregio e un difetto dei suoi avversari?  
«Non posso rispondere, soprattutto per Fina che conosco da troppo poco tempo».  
Perché i pioltellesi dovrebbero votarla?  
«Per riconoscermi l’impegno di questi anni».  
Lunedì 4 ottobre alle ore 15 si chiuderanno i seggi. Alle 15.05, Giampiero Dio cosa farà?  
«Dopo le urne non cambierà nulla, il mio impegno resterà invariato».