28 Aprile 2017

Cosa c’è di più magico di una mongolfiera in volo? È pensando a questa immagine che Victor Sironi, educatore presso l’oratorio Maria Regina, ha ideato e messo in pratica un progetto. Denominato appunto “Mongolfiera” e rivolto a una quarantina di ragazzi preadolescenti che frequentano l’oratorio del Satellite, con tutti i disagi che ne derivano. «Questa è una zona diversa dalle altre, difficile da vivere soprattutto per l’alto tasso di delinquenza» racconta Sironi. «Quando sono arrivato qui da Cernusco, lo scorso settembre, ho trovato il caos più totale. I ragazzi non avevano idea di come passare il tempo, irrispettosi verso noi educatori e tra di loro, violenti e senza obbiettivi».
Atteggiamenti che riflettevano senza dubbio la dura realtà del quartiere e che andavano corretti. L’educatore ha allora deciso di fare un tentativo per riportare un po’ d’ordine e trasmettere loro i valori fondamentali della vita. Il suo progetto si chiama Mongolfiera e in pochi mesi ha già provocato grandi cambiamenti. Perché questo nome? Lo abbiamo chiesto direttamente a lui. «La mongolfiera è formata da tante parti, ognuna metafora di qualcosa» spiega Sironi. «L’involucro, fatto di tanti pannelli legati insieme, rappresenta il gruppo, mentre il cesto che è la base, simboleggia l’oratorio. Infine il bruciatore, senza il quale non si decolla, è la carica emotiva dei ragazzi».
I ritiri, una volta al mese, per discutere su alcuni temi importanti, e il gioco, condiviso e deciso insieme, costituiscono le due attività del progetto che, pur nella loro semplicità, hanno saputo trasformare i giovanissimi dell’oratorio. «È stata sicuramente l’esperienza più bella e intensa della mia vita» conclude l’educatore. «Adesso i ragazzi sono tranquilli e solidali tra loro. È la prova che tutto può cambiare».
Francesca Lavezzari