14 Maggio 2020

La Regione ha dato l’ok per i test sierologici, anche se saranno a pagamento. Una decisione aspramente criticata dal sindaco Ivonne Cosciotti. “Era chiaro da tempo che fossero utili ma non si capiva perché in Lombardia venissero ritenuti inadeguati o poco utili perché hanno una validità solo se, in caso di positività, abbinati a tampone” commenta il primo cittadino. “E così, dopo due mesi in cui anche come sindaci abbiamo chiesto una seria riflessione su come i nostri cittadini possano tornare a una vita pseudo-normale senza una tamponatura di massa o senza almeno una politica sanitaria di test di massa o senza una app che parla di tracciabilità dei contagi, adesso veniamo a scoprire, ieri sera, che se vuoi fare un test sierologico lo devi pagare, e costa tra i 70 e gli 80euro. E poi ,se sei positivo, devi pagarti pure il tampone, sempre ammesso che si trovi chi te lo fa”. Ma lo sfogo di Cosciotti non si ferma qui: “Io sono un sindaco e non sto qui a polemizzare. A me interessa ciò che i miei cittadini temono, si aspettano e si domandano perché hanno il diritto di sapere cosa fare dopo due mesi di clausura per tutelare noi stessi e tutta la comunità. È chiaro che se risulti negativo al test sierologico dovrai stare molto attento, mentre se risulterai positivo, solo dopo il tampone avrai delle certezze di aver già contratto o meno il virus. Se sarà negativo vuol dire che non sei più infettivo, ma se risulti positivo vuol dire che sei infetto e devi ancora stare in quarantena. Ecco, in questo caso chi pagherà quella assenza dal lavoro? Chi compenserà del mancato incasso un titolare di partita iva? Perché, al di là del buon senso e della buona volontà di ognuno di noi, poi dobbiamo fare i conti con la nostra vita, il nostro reddito e i nostri datori di lavoro che non sono tutti necessariamente dei benefattori per i quali stai a casa gratis settimane.
Quindi ancora poche certezze e soprattutto pochi percorsi che ci dicano chiaramente come comportarci”.