05 Aprile 2019

Da circa 6 mesi è subentrato a Marco Italia nel ruolo di segretario della lista civica Segrate Nostra. Segratese da sempre, residente al Villaggio Ambrosiano, lui è Roberto Prina, 51 anni, impiegato di banca nell’area controlli. Sicuramente un volto nuovo della politica segratese, visto che questo è il suo primo incarico. E allora proviamo a conoscerlo meglio.
In che stato ha trovato la civica che ha “ereditato” da Italia?
«Davvero buono. Segrate Nostra è un gruppo formato da persone la cui esperienza politica, escluso qualche caso sporadico, è abbastanza fresca. Siamo persone motivate a fare bene e disinteressate ai cosiddetti giochi di potere. Veniamo tutti da esperienze diverse, con l’obiettivo di provare a fare politica nel senso più alto e nobile del termine: vogliamo fare qualcosa di positivo per la nostra comunità».
Quando hanno deciso di nominarla segretario cosa ha pensato?
«Ho accettato questo incarico con grande entusiasmo e gratitudine per la fiducia accordatami. Marco ci aveva avvisato di volersi fare da parte, perché reputava giusto un cambiamento, visto che non considerava corretto fossilizzarsi sui ruoli. Quando mi hanno chiesto se volessi prendere il suo ruolo, ho compreso che poteva essere l’occasione giusta per dare ancora qualcosa in più a Segrate Nostra. Un passo che ho creduto giusto fare».
È complicato tenere unito una civica dove convivono diverse anime?
«È vero, esistono diverse sensibilità che vanno messe insieme e sta a me lavorare per fare sintesi. Questa eterogeneità è comunque la nostra forza e l’obiettivo finale è uguale per tutti: il bene del nostro territorio».
Segrate Nostra sarà anche un bel gruppo, però l’unica astensione in maggioranza, quando c’è stato da votare il Bilancio, è arrivata proprio da un vostro consigliere...
«Roberto Fusilli, perché è di lui che stiamo parlando, è una figura  molto importante per noi. Sulla battaglia per preservare il Golfo agricolo è stato fondamentale. È una persona estremamente corretta, convinta delle sue idee, e nell’ambito dell’autonomia che tutti noi abbiamo ha voluto sottolineare alcuni aspetti che devono essere confermati e ribaditi nel percorso di questa amministrazione».
Vi aveva avvertito delle sue intenzioni?
«Sì, lo sapevamo. Però ci tengo a dire che la sua decisione non ha avuto alcuno strascico. Roberto resta accanto a questa amministrazione e a Segrate Nostra».
Amministrazione che si basa sul patto tra la vostra civica e il Pd. Come sono i rapporti con i democratici?
«Molto buoni. Con Francesco Di Chio, il loro segretario cittadino, ci siamo visti in più occasioni e stiamo lavorando su alcuni punti legati alla Segrate che verrà. Francesco interpreta un Pd giovane, moderno, con grande voglia di fare, un Pd che ha a cuore Segrate e i segratesi. E questo lo vedo anche nei loro consiglieri e nei loro assessori, che dimostrano grandi capacità».
Tornando a Segrate Nostra, avete due assessori che vi rappresentano. Soddisfatto del loro operato?
«Assolutamente sì. Gianluca Poldi con i pochi euro che ha a disposizione organizza eventi di altissimo livello. Un esempio su tutti, l’attuale mostra di Stefano Bonacci “Still Life” al centro civico Verdi, che rientrerà nel programma di Miart».
E poi c’è Viviana Mazzei...
«Ricopre deleghe difficili, come quella ai Trasporti, eppure ha fatto cose egregie, ottenendo risultati ottimi nella modifica del piano di bacino, dove il Comune ha pochi margini di manovra. Eppure lei si è fatta sentire e nei prossimi anni si apprezzerà il suo lavoro, vedrete. E poi si occupa della delega al Commercio, un settore che anche a Segrate sta vivendo la crisi, e lo fa benissimo. Senza scordare che grazie a lei Afol ha aperto il suo sportello lavoro proprio a Segrate. E non era previsto».
E del sindaco Paolo Micheli, che idea si è fatto?
«Sono pienamente soddisfatto di come Paolo interpreti il suo ruolo. La sua capacità di dialogare e di mediare con la politica ad alto livello è fondamentale. Penso, ad esempio, alla Viabilità speciale che, sono convinto, senza di lui sarebbe ancora in una fase di stallo. Senza scordare che è una brava persona. Mi piace come sia in grado di parlare con un semplice cittadino o con il ministro allo stesso modo. Da lui c’è solo da imparare. In passato ho avuto modo di conoscere suo padre e di lavorare con lui. Una persona eccezionale, e Paolo me lo ricorda molto».
Ma c’è qualcosa che vi ha deluso o che vi aspettavate e non si è fatto?
«Difficile parlare di delusione, se pensiamo che questa amministrazione ha ereditato un Bilancio da risanare e ha lavorare tantissimo in questa direzione. Stanca ha fatto un capolavoro. Questo però ha inciso sul nostro programma, che è stato necessariamente subordinato a questa priorità. E poi  è stato riscritto da zero un Pgt, bocciato dal Tar. Una sfida non indifferente, con istanze fortissime e  convenzioni concluse della passata amministrazione che non si potevano stracciare. Temo che non tutti i cittadini abbiano percepito e apprezzato il grande lavoro svolto».
E la cosa di cui andate più orgogliosi?
«Quanto appena citato: il risanamento del Bilancio e il nuovo Pgt. Ora però c’è bisogno di altro, c’è bisogno di quello che noi chiamiamo “fare per Segrate”. Stiamo individuando le linee di indirizzo per realizzare quello che intendiamo noi per città  da vivere. Alcune cose sono già note, come i tre parchi, altre le stiamo per far nascere».
Ad esempio?
«Un bando internazionale per progettare la piazza di Segrate. E poi ragionare sulla vivibilità dei singoli quartieri, che vanno ripensati per valorizzare le persone, i veri attori della vita di un rione».
Che idea si è fatto, invece, dell’opposizione?
«Amo il confronto e non ho preconcetti perché comprendo si possano avere idee diverse. Non so, però, se questa minoranza interpreti davvero la parte dei segratesi che non la pensa come noi. Mi paiono troppo arroccati sulla difesa della passata amministrazione. Credo debbano andare oltre, fare un passo avanti. Sarebbe un bene per loro e per un confronto sereno».
Tra un annetto si tornerà a votare. Sarà Micheli il vostro candidato?
«Non ci sono motivi per non riconfermarlo, sta lavorando bene. E poi i segratesi sanno che è una persona disinteressata al potere e interessata alla città».
Quindi esclude le primarie?
«Non ne vedo la necessità e non ho avuto alcuna richiesta in questo senso».
E il suo futuro tra un anno? Sarà in consiglio comunale?
«Io penso che sia importante restituire alla comunità quello che questa ti ha dato. Mi sono avvicinato alla politica con questo spirito, ma non ho aspirazioni particolari. Se ci sarà la sensazione che possa servire per il bene della città mi candiderò, altrimenti darò il mio impegno in altro modo».