03 Giugno 2020

Nessun quattro zampe accalappiato negli ultimi delicati mesi, nessun abbandono. E anzi, tante meravigliose adozioni andate a buon fine nonostante gli infiniti ostacoli. È proprio questo il messaggio carico d'emozione che, dal rifugio segratese della Lega del Cane, possono e vogliono diffondere a gran voce. Una di queste recenti belle storie è cominciata proprio lunedì mattina, primo giugno, in piena fase 2, e a raccontarla sono Elisa Cezza, Cristina Codazzi e Andrea Notaro, rispettivamente viceresponsabili e responsabile del canile. Una famiglia varca il cancello, munita di appositi dispositivi sanitari; nonostante le mascherine, gioia e agitazione si leggono chiare nei loro occhi. Una porta si apre e un cucciolone scodinzolante corre da loro. È  Terry e di lì a poco inizierà la sua nuova vita da cane di famiglia. “Nonostante questo periodo straordinario che stiamo vivendo e che ci siamo trovati a dover affrontare, le adozioni non si sono mai interrotte” ha confermato Elisa. “Anche durante questi due mesi di lockdown, e dunque di blocco obbligato per tutti anche in fatto di spostamenti non strettamente necessari, abbiamo sempre cercato di mantenere il legame con le famiglie interessate ad adottare che ci contattavano, prendendo nota di tutti i riferimenti. Non appena poi l'attività affidi ha ripreso il via, in sole due settimane abbiamo mandato a casa circa 50 cani. Addirittura, non avendo avuto alcun nuovo ingresso, siamo riusciti a sistemarne alcuni un po' più difficili che vivevano qui da moltissimo tempo. Non ci siamo mai fermati”. Nessun boom di abbandoni dunque. Anzi, tanto cuore nonostante la complessità di una situazione che ha colto tutti impreparati. “Durante il periodo caldo dell'emergenza sanitaria ci ha contattato una famiglia costretta alla quarantena che non aveva modo di far accudire il proprio cane da amici o parenti” ha continuato. “Quando hanno saputo che l'unica alternativa da protocollo sarebbe stata il soggiorno, seppur temporaneo, in canile, hanno immediatamente desistito e scelto di mettere le traversine in casa piuttosto che separarsene e saperlo in gabbia”. Anche l'attività di volontariato, essenziale per la sostenibilità di un rifugio e che qui complessivamente conta dai settanta ai novanta fedeli volontari, non si è fermata, ha solo un rinnovato volto. “È stato necessario cambiare molte cose per adattare spazi e modalità alle nuove esigenze. Al momento accogliamo un massimo di cinque volontari per volta, avendo altrettanti reparti, in modo che si sistemino uno per padiglione. Cerchiamo di organizzarli con dei turni così che tutti a giro possano continuare a venire e prendersi cura dei quattro zampe. Per le pratiche d'adozione invece adesso svolgiamo tutto su appuntamento e abbiamo allestito un banchetto all'aperto per evitare di creare assembramento”, ha concluso Elisa.

Eleonora Pirovano