30 Agosto 2023

Nei giorni scorsi al Villaggio Ambrosiano è comparso questo striscione, contrario all’ipotesi che venga aperto un varco ciclopedonale in fondo a via del Pino. Si tratterebbe di un’iniziativa inserita all’interno del nascente progetto del Parco dei Mulini che evidentemente ad alcuni residenti, probabilmente preoccupati per la quiete o la privacy del loro rione, non sta per nulla bene.

Una presa di posizione che, però, non pare scalfire la scelta presa dall’amministrazione comunale come conferma il sindaco Paolo Micheli: “L'idea che una città, un quartiere o una comunità rimangano chiusi in sé stessi non mi appartiene. Per questo, pur rispettando il pensiero di tutti, continuo a ritenere corretta la proposta di aprire nel Villaggio Ambrosiano questo accesso ciclopedonale. Un varco che abbatterebbe un muro oggi esistente. Una barriera fisica invalicabile che separa tra loro gruppi di famiglie segratesi e limita a una parte della popolazione, quella del vecchio Villaggio, l'accessibilità a servizi quali aree gioco e fitness, aree cani e fermate del bus presenti e in fase di realizzazione nel quartiere dei Mulini. Per questo abbiamo deciso di creare questa continuità tra un quartiere e l'altro, mantenendo comunque integre le particolarità di un rione storico e caratteristico come quello del Villaggio”.

Il primo cittadino ha proseguito, ammettendo che già era a conoscenza del fatto che i residenti si sono divisi su questa soluzione: “Come in tutte le cose siamo chiamati a prendere delle decisioni dopo aver sentito tutte le campane. D’altra parte, al Villaggio, piccoli ingressi ciclopedonali non sono una novità: ci sono due aperture su via Monzese, in via della Campanula, in via dell’Ortensia e un altra sulla Cassanese all’estremità sud di via dell’Olmo. Manca a nord. La Segrate che stiamo disegnando e che abbiamo in mente è una città moderna, unita e condivisa da tutti i suoi abitanti. In pochi minuti, a piedi o in bicicletta, dobbiamo poter raggiungere tutti i servizi e le attività indispensabili per una vita comune”.