25 Settembre 2020

C’era molta curiosità intorno al risultato di SegrateSì e della sua candidata sindaco, Dena Arabsolgar. Ma con 719 preferenze, pari al 4.07%, per la neonata lista civica non ci sarà spazio in consiglio comunale. «Il risultato ci soddisfa comunque» commenta Arabsolgar «anche se ci dispiace non avere un consigliere per pochi voti. È stata una campagna elettorale difficile, non aperta e non libera, senza spazio per i confronti diretti». SegrateSì comunque non è intenzionata a considerare conclusa la sua esperienza: «Il nostro intento è sempre stato quello di lavorare su proposte e idee, ma è necessario che la gente sia consapevole di cosa non ha funzionato in questi 5 anni. Dobbiamo capire i modi e gli strumenti per veicolarle. Per esempio, molti ci hanno chiesto come mai non siamo andati in coalizione con Micheli e la risposta è semplice: perché ha gestito certe cose in modo scorretto. Noi comunque continueremo a essere costruttivi, anche se questa amministrazione non ci ha mai dato risposte su alcune nostre richieste o suggerimenti». Sulla vittoria di Paolo Micheli al primo turno, l’esponente di SegrateSì ammette che è stata inaspettata: «Onestamente contavo che si andasse al ballottaggio, dove peraltro avrebbe comunque vinto. Ma, parlando con la gente, percepivo un certo malcontento nei confronti di questa maggioranza».

Anche se non saranno in consiglio comunale i civici contano di farsi comunque sentire: «Certi grandi progetti possono essere analizzati pure fuori dall’aula consiliare, anche se il non esserci ci penalizza nell’avere accesso agli atti o partecipare alle commissioni». E Arabsolgar chiude con una riflessione su Micheli: «Gli faccio gli auguri per il suo mandato e sono contenta che ci sia un bel ricambio generazionale. Mi auguro che prenda decisioni più coraggiose, faccia l’interesse della comunità e che si ricordi cos’è la democrazia, incentivando il confronto e la partecipazione».