22 Settembre 2017

Un piccolo botto sordo e subito dopo uno più forte, sentito da chi ha deciso di rimanere a San Felice. E così domenica, intorno alle 13, l’operazione di disinnesco dell’ordigno bellico della Seconda Guerra Mondiale, rinvenuto nel cantiere di via San Bovio, si è conclusa positivamente. Le circa 280 persone evacuate, tra San Felice e Tregarezzo, hanno potuto così rientare nelle loro case e la viabilità è stata riaperta al traffico. Tutto ha preso il via poco prima delle sette del mattino con la polizia locale e i volontari della protezione civile che hanno verificato, casa per casa, che tutti i residenti interessati dall’intervento avessero lasciato la loro abitazione. Dopodiché si è proceduto a chiudere il traffico nelle vie prestabilite. Un inevitabile disagio che ha coinvolto non solo Segrate, ma anche Peschiera Borromeo (in particolare la frazione di San Bovio) e Pioltello. Il passaggio successivo è stato il despolettamento dell’ordigno, effettuato dal 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona. A quel punto la bomba è stata trasportata nel sito prestabilito per farla brillare: un campo in zona Ibm, protetto da una trincea ad hoc per rendere pari a zero i rischi. Per creare minori disagi possibili a quel punto sono state riaperte numerose strade, non più interessate all’operazione ad eccezione della bretella che collega San Bovio alla Circonvallazione Idroscalo. Ultimi dettagli per assicurarsi che tutto fosse sotto controllo e finalmente il botto liberatorio. Un paio di curiosità: la prima riguarda una ragazza di Tregarezzo che doveva sposarsi ed è dovuta uscire di casa alle sette del mattino; la seconda, invece, Alfonso Signorini. Il noto giornalista, che risiede a San Felice, alle 11 ha chiamato i vigili perché doveva prendere un’aereo. Gli è stato spiegato che avrebbe dovuto raggiungere a piedi l’ingresso secondario del Machiavelli e da lì proseguire con un taxi. Cosa che ha fatto.