16 Marzo 2018

«Al di là della cifra, auguro a tutti una buona dose di felicità come quella che ho provato io. Un’esplosione di contentezza e di risate fa bene all’anima». A pronunciare questa frase, così semplice eppure così carica di significato, è Loredana Andreozzi, residente a Bellusco ma dietologa dello Sporting Club di Milano 2, che venerdì scorso, alla trasmissione di Rai Uno “I soliti ignoti”, ha vinto 490mila euro. «Ancora oggi non me ne rendo conto», ammette sorridendo. «È stato tutto molto divertente e per paradosso neppure complicato, senza scordare la fortuna, che in questi casi ci vuole sempre». Loredana, dopo avere collegato 8 identità professionali ad altrettanti anonimi personaggi, ha dovuto superare la prova più complicata: abbinare una persona a un suo parente, scegliendola tra 8. «Partivo con un montepremi di 245mila euro. Se avessi accettato di sapere il grado di parentela tra i due ignoti la cifra si sarebbe dimezzata, rifiutando si è raddoppiata». E dopo una decina di minuti di riflessione, ha preso la sua decisione, risultata vincente. «Sono state due le cose su cui mi sono concentrata: la struttura fisica e il bel taglio degli occhi, uno sguardo che ho ritrovato nella persona che in seguito ho scelto». Loredana ammette che la sua professione l’ha aiutata: «Sono 25 anni che studio omeopatia e ho imparato a essere una buona osservatrice. Il corpo ci dice spesso molto del paziente che abbiamo davanti». Tra le cose più complicate dopo avere vinto (la trasmissione è andata in onda in differita) c’è stato il “problema” di non rivelare a nessuno il successo: «Non lo sapeva neppure mio marito. È stata dura, ma non volevo rovinargli la sorpresa». E così ha potuto esternare la sua gioia solo con Amadeus, il presentatore del programma: «È una persona meravigliosa. Serio, professionale, ti mette a tuo agio. E quanto ho vinto era davvero contento per me». E la prima cosa che farà con la vincita? «Non ci ho ancora pensato. Credo che farò un viaggio negli Stati Uniti con mio marito e con i miei tre figli. E poi un po’ di beneficenza è d’obbligo. Credo sia normale in certi momenti pensare a chi è meno fortunato».