04 Giugno 2021

I ragazzi di Robin conquistano tutti con la mostra “L’essenziale è invisibile agli occhi”, inaugurata dal cantante J-Ax e tenutasi nel weekend del 22 e 23 maggio, prima in Largo Carabinieri d’Italia, e poi al Centroparco. Un successo che rappresenta solamente il culmine di un percorso di attività svolte in passato e l’inizio di un futuro pieno di nuove iniziative. «L’idea della mostra è nata tra noi mamme», racconta Melania Bergamaschi, presidente dell’associazione. «Da molto tempo, insieme alla fotografa Sara Busiol, avevamo voglia di fare qualcosa che andasse al di là della solita visione della disabilità. E così abbiamo pensato a un set fotografico che sfondasse il muro dell’ordinarietà. Volevamo ritrarli sfrontati, ma senza esagerare. Volevamo trovare il giusto compromesso che cogliesse l’esigenza di dire a gran voce che questi ragazzi esistono, che hanno corpi come tutti noi, che possono essere magri, grossi, formosi, atletici. Credevamo che per loro esporre il proprio corpo potesse significare togliersi, per una volta, la divisa da disabile e spiegare al mondo le proprie pulsioni, le vergogne, le timidezze e le sfrontatezze che li caratterizzano: avevamo ragione».
Le fotografie di questi ragazzi immortalati in pose inusuali, così naturali, così dannatamente umani, hanno colpito al cuore gli spettatori. «Solo l’arte riesce a cogliere la vera essenza», continua Bergamaschi. «Nessuno si aspetterebbe mai un disabile che si espone in questo modo. Nella concezione convenzionale non si pensa che questi ragazzi abbiano delle esigenze fisiche come tutti gli altri. Quello che è uscito da questo progetto è un mix di dolcezza e poesia, da cui ognuno può cogliere il messaggio che vuole. Sara ha ricercato qualcosa di personale in ognuno, esaltandone i lati nascosti. Alcuni scatti li mostrano sognanti, in altri hanno messo in mostra la loro risata contagiosa o il loro grugno contrariato. Il risultato è meraviglioso».
Neanche la pandemia è riuscita a fermare la buona riuscita di questa iniziativa, inedita sia per come è stata concepita che per i risultati prodotti. «Abbiamo cullato questo progetto per tanto tempo. A causa del covid non abbiamo potuto allestirlo al centro civico, ma il Centroparco si è rivelato essere un contesto bellissimo e ha assunto da subito un significato simbolico molto importante: ci ha permesso di portare i soggetti all’aperto e di sbatterli in faccia alle persone. A conti fatti possiamo affermare che le normative anti covid ci hanno dato l’assist per buttare la mostra nella pubblica piazza e compiere ciò che ci eravamo prefissati: dare voce a questi ragazzi, alla loro realtà nuda e cruda, all’esistente. I ragazzi, dal canto loro, hanno reagito molto bene. Al momento del set molti erano a loro agio perché da sportivi sono abituati a mostrarsi a petto nudo, mentre altri hanno dato sfogo a tutta la loro timidezza. Solo il profondo coinvolgimento li ha fatti rilassare. E poi, secondo me, il backstage è stato tanto divertente quanto formativo. Una luce puntata addosso riesce a rafforzarti».
Ma i ragazzi di Robin non si fermano qui e, nonostante abbiano intenzione di portare la mostra in lungo e in largo attraverso l’Italia, sfruttando l’enorme interesse creatosi, continuano a portare avanti le attività che li hanno visti protagonisti negli ultimi anni. «Siamo sempre molto impegnati nella campagna “Puliamo insieme Segrate”», specifica la presidente. «Ogni settimana facciamo qualcosa per rendere la nostra città un po’ più pulita, sfruttando il crowdfunding che ci ha permesso di comprare le pinze per la raccolta dei rifiuti. Domenica scorsa, per esempio, abbiamo ripulito il piazzale dell’Eurospin, in seguito ad alcune segnalazioni arrivateci. La situazione dell’abbandono dei rifiuti è sconvolgente, a volte notiamo che la vegetazione li ingloba, dopo anni di abbandono. Ci siamo anche inseriti nel circuito “Let’s clean Europe”, network europeo che organizza giornate di raccolta rifiuti nelle città, dandone un respiro mediatico importante, così da aggregare tante nuove persone. Inoltre, in estate, abbiamo in programma una collaborazione col bar del Centro Parco: i ragazzi faranno dei servizi durante l’attività per abituarsi al lavoro. Ci serve esperienza per poter poi fare progetti lavorativi più inclusivi e strutturati. Infine, sempre qualche giorno fa, siamo andati a mettere a dimora delle piante al vivaio comunale vicino al Centroparco. Una bellissima esperienza di cura e responsabilità che mira alla sostenibilità e a tutelare la biodiversità minacciata dalla cementificazione. La disabilità deve essere vista in maniera diversa, bisogna dare a questi ragazzi delle opportunità. Anche nella condizione più grave bisogna aprire piccole porte per dare loro uno sguardo diverso sulla vita. Bisogna regalare loro l’orgoglio di esserci». È proprio vero, per questi ragazzi non ci sono limiti di apprendimento e crescita. Si possono aprire brecce ovunque, sia in loro che nel cuore delle famiglie che vivono situazioni talvolta di grande disperazione. Sulla disabilità c’è ancora tutto da fare.
Mattia Rigodanza