15 Febbraio 2019

Una pizza al centro civico di San Felice, insieme ad alcuni residenti, per ragionare sugli ultimi episodi violenti che si sono registrati nel quartiere, non ultimo l’aggressione al conducente di un autobus da parte di tre 17enni. E così l’assessore ai Servizi Sociali, Barbara Bianco, accompagnato da una pattuglia della polizia locale e dall’agente di quartiere di Redecesio, che in passato ha già affrontato un problema simile contribuendo a risolverlo, sabato, insieme a una mezza dozzina di genitori di teenager, ha passato la serata nella struttura per fare il punto della situazione e, al tempo stesso, tastarne il polso. «Diciamo che abbiamo occupato pacificamente il centro civico fin dopo mezzanotte», spiega l’assessore. «La cosa che mi ha sorpreso è stata vedere una trentina di ragazzi, tra i 12 e i 14 anni, stazionare in zona senza fare nulla di particolare, se non fumare qualche sigaretta e bere Red Bull, fino a ben dopo mezzanotte». A metà serata c’è stato un passaggio anche da parte dei carabinieri, che a loro volta si sono intrattenuti con i genitori, cercando di tranquillizzarli. «Quello che deve essere chiaro» prosegue Bianco «è che non esiste un vero  e proprio “caso San Felice”. Un piccolo giro di spaccio sicuramente c’è, ma non parliamo di una piazza. Non creiamo allarmismi. Quello che posso dire è che, come amministrazione comunale, siamo pronti a fare la nostra parte, insieme alle forze dell’ordine, ma se vogliamo risolvere davvero la questione, c’è bisogno che tutta la comunità si attivi. Le istituzioni accompagneranno in questo percorso i sanfelicini, però senza una vera condivisione dei genitori tutto si complica. La comunità deve monitorare e fare rete, altrimenti non si va da nessuna parte, perché si possono anche cogliere sul fatto un paio di ragazzini, ma la soluzione definitiva non è la repressione, quanto piuttosto l’educazione. Quando, poi, parliamo di giovani tra i 15 e i 17 anni, ci rendiamo conto che spesso non è facile dialogare con loro ed è per questo che noi siamo disposti a mettere in campo i nostri Servizi Sociali, formati da esperti professionisti, in grado di aiutare prima che si arrivi alla classica segnalazione al Tribunale dei minori. I genitori devono entrare nell’ottica che non è mortificante chiedere aiuto a chi lavora in questo campo, anzi: un percorso familiare a volte è la soluzione migliore». Tra le proposte emerse sabato sera, una in particolare ha raccolto il favore dell’assessore: «Mi piace l’idea che genitori e figli insieme ridipingano il centro civico e si prendano cura attivamente della struttura. Studieremo le varie questioni assicurative, ma mi pare davvero un buon punto di partenza. L’ipotesi delle ronde, di cui avevo sentito parlare, non è la soluzione».