Solamente la relazione dei vigili del fuoco farà chiarezza definitiva sulle cause dell’incendio divampato nel primo pomeriggio di venerdì 27 maggio, nel villaggio dei giostrai, a Novegro, che ha mandato in fumo quasi un terzo delle casette. Tuttavia, secondo le prime indiscrezioni parrebbe essersi trattato di un corto circuito.
Erano circa le 14.30, quando le fiamme si sono propagate, il fumo si è alzato alto nel cielo, avvistato anche a chilometri di distanza, ed è scattato l’allarme. In pochi minuti sul posto si sono portate dodici squadre dei vigili del fuoco, la polizia locale, la protezione civile, i carabinieri, due automediche, quattro ambulanze e un mezzo di coordinamento Areu. Si è subito compreso che la situazione era decisamente seria, anche perché a poche decine di metri da dove si era sprigionato l’incendio, sulla via Rivoltana, si trova una stazione di servizio. Il timore che le fiamme potessero raggiungere i serbatoi era elevato e proprio per questo un cordone formato dalle tute gialle e dai pompieri si è posizionato su quel lato del villaggio, intenzionato a circoscrivere il fuoco. Per precauzione anche la viabilità della zona è stata bloccata, con inevitabili disagi in particolare per il vicino locale Magnolia che ospitava il MiAmi Festival.
La situazione è rientrata solamente intorno alle 18.30, quando anche gli ultimi focolai sono stati domati e si è potuto fare la conta dei danni. Dieci i nuclei familiari, per un totale di 25 persone, quelli che hanno visto la loro abitazione andata distrutta o considerata non agibile. Immediata è scattata la solidarietà e le persone sfollate hanno trovato ospitalità da parenti o da amici, nonostante il Comune, che aveva aperto la cosiddetta Unità di crisi, avesse predisposto l’ipotesi di accoglierli in albergo.
Dieci anche le persone che hanno dovuto ricorrere alle cure mediche, ma sei di loro hanno inspiegabilmente rifiutato il ricovero per ulteriori accertamenti. Accompagnati, invece, in ospedale per intossicazione un 19enne e un 38enne, mentre un 50enne ha riportato anche ustioni di primo grado al volto e di secondo grado alla schiena, a una mano e a una gamba. La decima persona coinvolta è stato un vigile del fuoco che ha perso i sensi per qualche secondo e per questo è stato preso in cura dal personale sanitario del 118.
Al termine di questa lunghissima giornata, restano le riflessioni del sindaco Paolo Micheli, che ha seguito dalla centrale operativa della polizia locale tutti gli sviluppi delle operazioni di soccorso: «Il primo pensiero e la prima preoccupazione va naturalmente per le famiglie che sono rimaste coinvolte e che hanno perso la casa. Ora dobbiamo capire come intervenire, ma la cosa certa è che non possiamo pensare di ricostruire, tornando indietro, alla situazione precedente all’incendio. Il futuro di quest’area deve andare in una direzione di massima sicurezza».