11 Marzo 2022

Era il 14 marzo 1972, quando un’esplosione presso l’attuale zona industriale di Milano Oltre, allora tutta campagna, dilaniò il corpo di un uomo ai piedi di un traliccio dell’alta tensione. Si trattava Giangiacomo Feltrinelli, fondatore nel 1954 dell’omonima casa editrice. A lui si dovevano la pubblicazione per la prima volta di capolavori quali “Il dottor Zivago” di Boris Leonidovic Pasternak e “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Comunista dichiarato, le sue posizioni lo portarono a temere un colpo di stato in Italia ordito da estremisti di destra. E dopo la strage di piazza Fontana, nel dicembre 1969, entrò in clandestinità, fondando i Gruppi d’Azione Partigiana realtà paramilitare di ispirazione guevarista. Sulla sua morte resiste ancora oggi un certo mistero, nonostante le forze dell’ordine e la magistratura conclusero che si trattava di un incidente avvenuto mentre tentava di sabotare la linea elettrica.

Non tutti però la pensano così. E se ne parlerà domani, sabato 12 marzo alle 17 al centro civico Verdi insieme a Egidio Ceccato che presenterà il suo libro “Giangiacomo Feltrinelli. Un omicidio politico”. A dialogare con l’autore sarà il presidente del consiglio Gianluca Poldi, mentre in videoconferenza interverrà il giudice Guido Salvini che ha curato la prefazione del libro. L’ingresso è libero, ma è necessaario il Super green pass e la mascherina FFP2.