17 Agosto 2020

È iniziato tutto per gioco e in un attimo si è trovato a essere un personaggio grazie ai suoi video spammati sui social. Sono tantissimi i milanesi che quest’estate hanno scelto di rimanere in Italia per le vacanze. E molti di loro, si sono recati a Cattolica anche grazie a Lorenzo Ercoles, ormai soprannominato il bagnino influencer. Già, perché Lorenzo ha pubblicato una serie di video in cui valorizza la sua terra come una meta turistica da non perdersi e, più in generale, anche tutta Italia. E allora proviamo a conoscerlo meglio, questo personaggio che a chi gli dice che è forte, risponde “Come l’aceto”.

“Da sempre faccio il bagnino di Cattolica, Mio nonno aveva acquistato un pezzo di spiaggia nel 1955 e siccome il mio babbo è venuto a mancare nel 1990, quando avevo 5 anni, sono cresciuto sulla spiaggia insieme al lui. Un paio di anni fa anche lui, all’età di 100 anni, è morto, ma la sua anima è dentro me e sono diventato patacca come lui”.

L’idea di questi video che l’hanno portato perfino a essere intervistato dalle Iene è stata casuale, come spesso accade in queste situazioni.

“Un mio amico che fa il regista era stato contattato per fare promozione a Cattolica e mi ha chiesto qualche consiglio. Poi non se n’è fatto più nulla perché assessore al turismo di Cattolica non era convinto, ma non così il mio amico mi ha consigliato di farli lo stesso e postarli sui social. È andata cosi”.

Video che hanno aiutato Cattolica a ripartire dopo il lockdown che ha chiuso l’Italia e la paura che il turismo avrebbe pagato un prezzo molto più alto di quanto invece pare stia pagando. Almeno a vedere le spiagge italiane, spesso prese d’assalto dagli italiani e non solo.

“Quando eravamo in piena emergenza coronavirus ho avuto subito la sensazione che con il turismo avremmo lavorato di più. In Italia siamo 60milioni, ma non distribuiti in maniera omogenea. In Emilia Romagna siamo 5 milioni e in Lombardia il doppio. Ho pensato che con le mete straniere sarebbero state a rischio e che comunque la gente, dopo due mesi chiusa in casa, non sarebbe stata capace di rinunciare alle vacanze. E così ho iniziato a fare questi spot, un po’ per mettere ottimismo e per promuovere la Romagna, facendola entrare nelle case delle persone”.

Video che spaziano a 360 gradi.

“Non dobbiamo far solo vedere che siamo spiaggia e alberghi, ma tanto altro ancora e che è sempre stato sottovalutato. Noi abbiamo anche un parco naturale, un castello, agriturismi, maneggi, campi da golf, aziende agricole che producono olio e vino che ci invidiano tutti e nell’entroterra ci sono 2mila borghi. La mia idea è quella di promuovere il nostro territorio e non solo l’orticello di casa. Ma vale per i turisti come per i nostri figli. Uno che è di Cattolica, deve sapere che c’è anche Misano, Gabicce o nell’entroterra San Giovanni. Conosciamo la geografia europea e mondiale e poi non sappiamo quale sia il Comune con cui confiniamo”.

E proprio sui più piccoli Lorenzo spinge molto.

“I bambini devono conoscere dove vivono e la storia del territorio. Quando passiamo davanti a una chiesa, dobbiamo dire a loro: “Guarda che questo edificio ha 600 anni, cioè l’equivalente di 6 nonni” e allora capisce quanto è vecchia. E se ci spingiamo oltre e spieghiamo la storia di Italia, magari gli viene anche un po’ di orgoglio nazionale. Noi siamo esterofili purtroppo, ma non abbiamo da invidiare niente da nessuno. E neppure da imparare. Io sono orgoglioso di essere italiano, a me l’Italia piace da bestia. Non invidio nessuno. Gli americani? Non sanno nutrirsi, non hanno il concetto di famiglia, non hanno la nostra storia. Farebbero subito a cambio con la nostra Italia e i nostri paesaggi, credimi”.

Ma non sono solo i bambini, secondo Lorenzo, quelli su cui puntare, bensì anche i nostri ragazzi.

“Se parliamo di educazione, dico a genitori che devono dare responsabilità ai ragazzi. Sapete perché è caduto l’Impero romano? Perché è diventato grande, ricco, con tasse da tutte le colonie e i romani hanno iniziato a smettere di lavorare, dedicandosi a baccanali e feste. Hanno smesso di fare, delegando agli altri. Nel giro di 200 anni è arrivato Teodorico, prima imperatore barbaro, e ha portato via il trono ai romani. E adesso è uguale. Abbiamo l’imprenditore che si è costruito con le sue mani e al figlio invece di responsabilizzarlo gli compra il Bmw e lo manda in giro a fare il cretino a sue spese. E così lui non è in grado di seguire le orme del padre. Mio nonno diceva: “La prima generazione fa, la seconda mantiene e la terza disfa”. E noi siamo la terza. E così chi nasce in Congo attraversa il deserto, fa la galera in Libia, vengono qui e nel giro di tre secoli ci portano via il posto. Siamo una generazione di bamboccioni e finirà così. Ai genitori dico solo: quando esce il nuovo I-phone e non compratelo ai vostri figli, gli farete un favore. Prendetelo a lavorare con voi. L’unico modo per salvare la nostra società è fare. Non dobbiamo avere paura di dare incarichi e responsabilità ai nostri figli. Sbaglieranno una, due e tre volte, ma alla lunga impareranno”.