19 Maggio 2023

Nei giorni scorsi è stato rinnovato e siglato il protocollo di controllo del vicinato, che vede impegnato un comitato di cittadini del Villaggio Ambrosiano in una rete integrata con polizia locale e amministrazione comunale, al fine di garantire la sorveglianza del rione. Il comitato è già attivo sul territorio dal 2016 e l’iniziativa non ha mai avuto il carattere della ronda. L’attuale presidente Gianfranco Bettiol ripercorre i primi passi del progetto: «Il comitato è nato da un insieme di voci che già esistevano nel Villaggio e denunciavano su gruppi di Whatsapp furti e altre questioni di insicurezza. Durante un incontro con l’amministrazione e la polizia locale allora ci siamo detti: “Perché correre separati? Perché non unirci invece sotto un unico ombrello?”».
Da questo momento è nata l’idea del controllo di vicinato. In principio, riguardava solo il quartiere dei Mulini, mentre adesso è coinvolto tutto il Villaggio, con una divisione in quattro zone: dei fiori, delle piante, dei monti e dei mulini. Ciascuna ha un coordinatore e dei referenti che sono responsabili di filtrare e comunicare le segnalazioni alle forze dell’ordine. A spiegare i metodi di questo sistema è proprio il comandante della polizia locale Lorenzo Giona: «I referenti hanno un canale preferenziale per interfacciarsi con noi, perché abbiamo dato loro un numero di telefono che non passa dal centralino. Di recente abbiamo fatto un incontro con tutti coordinatori per spiegare come devono avvenire le segnalazioni e quali avvenimenti vanno tenuti d’occhio per far presumere qualcosa di sospetto». In questo modo, si selezionano i motivi di intervento, evitando la chiamata in campo per questioni che non minacciano la sicurezza del rione. Questo metodo, secondo Giona, è produttivo sotto due punti di vista: «Il primo è che si fa a meno dei messaggi sui gruppi Whatsapp tra i singoli residenti, che causano fraintendimenti e ritardano la segnalazione del problema; il secondo è che favorisce lo sviluppo di buone pratiche tra i cittadini, cioè di comportamenti volti alla prevenzione, anche attraverso la vicinanza reciproca».
Il sistema quindi aiuta a gestire la situazione? «Assolutamente sì» è la conclusione del comandante,  «entro una logica di sicurezza partecipata, che non è sostituzione dei cittadini alle forze dell’ordine».
Ma in futuro il presidente del comitato anticipa che i temi da perseguire andranno oltre la sola questione della sicurezza: «Si tratta di obiettivi che abbiamo sempre portato avanti, ma mai a termine. Uno su tutti il problema di attraversamento del quartiere. Un urbanista, residente al Villaggio, ha già sviluppato un progetto per migliorare la viabilità e nei mesi a venire continueremo a sostenerlo». Tra le tematiche che stanno più a cuore del comitato, inoltre, il difficile tentativo di ricollocare una delle industrie che attualmente si trova sulla zona perimetrale del rione, recando qualche disagio ai residenti. Per il resto, si tratta di piccoli problemi che si cercherà di risolvere insieme. Per esempio, già entro fine anno dovrebbero essere installate 30 telecamere nei quartieri, per agevolarne il monitoraggio. «Ad oggi il comitato conta oltre 300 persone» afferma Bettiol «e in futuro potrà ampliarsi. Ciò che conta è il principio alla base: che ognuno possa condividere segnalazioni e proposte, le quali, una volta ottenuto un certo consenso, vengono poi portate avanti con le altre istituzioni con cui ci confrontiamo».
Questo è un aspetto determinante per la buona riuscita del progetto anche secondo l’assessore alla Sicurezza Livia Achilli, che nel rinnovare il protocollo ricorda come tutto sia partito dalle esigenze dei cittadini e come sia stato quindi fondamentale organizzarsi per rispondere in modo adeguato: «Dopo questi anni di controllo del vicinato, il bilancio è sicuramente positivo, anche perché sono convinta che il contatto diretto dei cittadini con l’amministrazione e le forze dell’ordine porti sempre un contributo vantaggioso, consentendo anche di evitare possibili fraintendimenti di comunicazione e rendendo gli interventi più efficaci. Per questo, sono sempre favorevole al confronto».
Chiara Valnegri