26 Ottobre 2020

In primavera le aiuole segratesi fioriranno grazie al contributo di alcuni detenuti della casa circondariale di Monza. Si tratta di un progetto nato da un’idea della cooperativa Multiservizi, che da anni gestisce la manutenzione del patrimonio verde cittadino, reintegrando i detenuti nel mondo del lavoro, e approvato dall’amministrazione comunale. Nei giorni scorsi il sindaco Paolo Micheli è andato a fare visita ai detenuti del carcere di Monza, accompagnato dalla direttrice Maria Pitaniello, e ha portato 50 confezioni di semi di fiori che la prossima primavera saranno piantati proprio a Segrate. “Si tratta di viole, gerani, tageti e begonie” ha spiegato Micheli “che cresceranno quest'inverno proprio nelle serre del carcere. A formare e supervisionare le persone in questo lavoro saranno Mimmo Leo, direttore della Multiservizi, e Roberto, un educatore della fondazione Eris di Lambrate”.

Il sindaco ha poi voluto dedicare una riflessione legata alla sua visita al penitenziario: “Dietro le inferriate c'è un mondo. Un paese di circa 1.000 persone tra detenuti, agenti e personale, che da fuori nessuno di noi vede e di cui poco ci curiamo tanto è lontano dalle nostre vite. Ho visitato i laboratori musicale e teatrale, la falegnameria che sta fabbricando l'arredamento dell'ala penitenziaria femminile chiusa per ristrutturazione, la sartoria dove realizzano fodere, tessuti e mascherine, il panificio, le aule formazione. Molto toccante è stato passare per le sale dei colloqui, vedere il monolocale arredato dove alcune famiglie si ritrovano per passare qualche ora spensierata insieme, la saletta e il parco giochi dedicato ai bambini in visita. Perché purtroppo tra le tante conseguenza drammatiche di chi compie reati, c'è anche quella di far vivere alle proprie famiglie e ai figli l'allontanamento forzato e la durissima realtà della detenzione. Questi spazi, quindi, servono proprio per rendere un po' meno angosciante questa separazione. Ogni giorno in carcere tante persone cercano di riconciliarsi con la propria vita tornando a rispettare le regole di una comunità civile. La privazione temporanea della libertà e il carcere devono servire a questo. Per favorire questo percorso la nostra città da tanti anni fa la sua parte con coraggio e grande senso civico. E di questo possiamo esserne orgogliosi”.