21 Febbraio 2020

Talvolta la fortuna nulla ha a che fare con un tris al gratta e vinci o un quadrifoglio scovato nel mezzo di un prato. Ha piuttosto l’aspetto della curva di un sorriso a trentadue denti, di un abbraccio un po’ impacciato, di un contatto visivo inaspettato o di un limite superato oltre ogni aspettativa. È quello che ci insegnano i ragazzi della onlus Quadrifigli.
Si tratta di un’associazione tutta segratese che si occupa di promuovere inclusione e socializzazione di adolescenti con gravi disabilità cognitive e fisiche, fondata nel 2017 da una giovanissima ed energica studentessa di psicologia, la 26enne Carola Isella, che ha preso in mano la sua voglia di fare la differenza e ha dato vita a qualcosa di molto più grande: «Il punto di partenza di quest’avventura è stato mio fratello Alberto» ha raccontato la ragazza, presidente del sodalizio, che oltre a frequentare l’università lavora come educatrice presso Le Vele. «Ha 17 anni e la sua sindrome, molto rara, si manifesta con tratti dell’autismo, ma non abbiamo ancora una diagnosi vera e propria. Da sempre ci prendiamo cura di lui io e mia mamma, con il supporto di tutta la famiglia e degli amici, ma senza un aiuto solido e duraturo dall’esterno: confrontandoci anche con altri genitori conosciuti attraverso i vari servizi che il territorio attualmente offre per questi ragazzi, ci siamo resi conto che molto va ancora implementato».
Pensate a un frizzante bimbo di 10 anni o a un ragazzone 25enne, costretti, dall’assenza di attività adatte, a passare l’intera giornata in casa con i familiari senza poter sfogare le energie o interagire con i propri coetanei. Uscire al massimo qualche ora, chessò, per la seduta di fisioterapia. «La maggior parte di questi ragazzi sono a casa tutti i giorni della settimana, compreso il weekend» ha continuato Carola. «Si annoiano, si innervosiscono. Alcuni vengono seguiti da centri specializzati, ma le attività finiscono presto nel pomeriggio. Ci siamo chiesti cosa fare per cambiare le cose e così abbiamo creato l’associazione».
Rimboccare le maniche e costruire da zero quel che manca. Questa è la filosofia delle ormai dodici famiglie che animano la squadra dei “Figli quadrifoglio” e che, a soli tre anni dalla sua nascita, hanno già tagliato molti traguardi. «Abbiamo un’infinità di nuove idee e molti progetti già attivi, focalizzati principalmente sul tempo libero e sullo sport. Uno dei primi è stato il corso di piscina: per le famiglie risultava un problema trovare istruttori preparati a gestire le disabilità gravi e che fossero allo stesso tempo accessibili economicamente. Dunque ci siamo dati da fare, abbiamo iniziato a contattare le piscine del territorio e realizzato il nostro “Progetto piscina”. Inoltre, organizziamo giornate ricreative in collaborazione con Cascina Biblioteca, gite nel fine settimana, iniziative con associazioni sportive, calcio, atletica, basket ed eventi di sensibilizzazione come la Blue Walk al Centroparco».
Insomma, esperienze sempre diverse per garantire una vita piena a questi ragazzi ma, confessano dalla onlus (che tra l’altro non possiede ancora una vera e propria sede), manca ancora un preciso legame che possa connettere e unificare il tutto. «Sarebbe bello trovare un filo conduttore, anche a livello pratico, ad esempio per quanto riguarda il trasporto dei ragazzi da un’attività all’altra, che al momento sono tutti a carico delle singole famiglie. Ampliare la rete organizzativa, magari anche con la collaborazione e il supporto del Comune» ha concluso Carola, nel cui sguardo luccicano tanti buoni propositi per il futuro. «Abbiamo mille sogni nel cassetto, ma uno su tutti: trovare una bella struttura, con tanto spazio all’aperto, da trasformare in una casa famiglia». Intanto l’associazione ha già in serbo la camminata primaverile edizione 2020, che si terrà il 5 aprile; segnate sul calendario e rimanete sintonizzati.