19 Gennaio 2022

Oggi, mercoledì 19 gennaio, infermieri, personale di supporto, amministrativi e tecnici dell’ospedale San Raffaele si sono riuniti in assemblea e hanno dato mandato alla RSU affinché proclami lo stato di agitazione. Situazione di disagio che va ad aggiungersi a quella già proclamato dai medici e dirigenti. Alla base del dissenso quanto avvenuto il 10 gennaio, allorché l’amministrazione del nosocomio ha dato in appalto il lavoro di infermieri e personale di supporto, in tre reparti (95 posti letto) e due sale operatorie.
«Come sindacato» dichiara Claudia Moro, vicecoordinatrice RSU «e lavoratori del San Raffaele, avevamo già denunciato la continua fuga di personale, per il peggioramento delle condizioni di lavoro e dei diritti. La risposta dell’Amministrazione, invece di trattenere le professionalità, incentivando e valorizzando i lavoratori, è stata: ‘l’assistenza sarà esternalizzata’».
«Allo stesso personale che lavora oggi attraverso ben tre appalti diversi» aggiunge Margherita Napoletano, vicecoordinatrice RSU «l’ospedale può proporre l’assunzione diretta, garantendo la formazione e la crescita professionale, investimento che rimarrebbe nel tempo, incrementando qualità e sicurezza, elementi da sempre caratterizzanti il San Raffaele e per cui i pazienti l’hanno scelto. Temiamo anche che questo fenomeno non sia temporaneo, ma possa espandersi a tutti i reparti e servizi, trasformando il San Raffaele in un marchio sotto il quale conviveranno diversi e numerosi appalti, che nulla hanno a che vedere con l’unicità di un grande ospedale».