21 Giugno 2019

Donna, giovane e bella: prerogative che nella società di oggi non sono facili da gestire, soprattutto se si vuole intraprendere una carriera imprenditoriale. Ma c’è un’altra caratteristica che rende Alice Di Luca, segratese classe ‘96, e il suo progetto davvero unici: l’intraprendente ragazza è, infatti, sorda dalla nascita.
«Sono nata e cresciuta a Segrate, una città che corrisponde in pieno agli standard inclusivi di cui le persone con la mia disabilità hanno bisogno», racconta Alice. «Fin da piccola ho avuto la fortuna di poter usufruire di servizi volti a darmi una vita normale e di un affetto molto particolare da parte di tutti i segratesi. A scuola potevo avvalermi dell’aiuto di interpreti che mi hanno facilitato il percorso formativo, e il Comune ha sempre messo in piedi una rete di servizi molto utili per noi non udenti. Così ho potuto studiare ed elaborare il mio sogno, ovvero quello di ricreare nella mia città un piccolo angolo di Liguria che, tra focacce, pizze e torte salate, potesse accompagnare le persone nella loro quotidianità, dal pranzo alla merenda».
Diplomatasi al liceo artistico con una tesi in cui iniziavano a intravvedersi i lineamenti di questo progetto, la giovane è subito partita in quarta cercando di unire le sue passioni alle sue origini liguri. «Spero che il mio debole per il design possa essere colto dagli arredi e dagli interni che stiamo pianificando per il locale», spiega l’imprenditrice. «Le mie scelte sono spesso audaci, poco convenzionali, ma rispecchiano il mio animo battagliero. I clienti avranno, inoltre, la possibilità di avere a che fare con un mondo nuovo, un mondo che abbatte le barriere della solita comunicazione e che sperimenta metodi espressivi che troppo spesso sottovalutiamo. Ci piace pensare che saranno i nostri prodotti a parlare e, in più, troveremo il modo per insegnare al pubblico qualche parola nella lingua dei segni».
Ed ecco che così nasce Alis, attività gastronomica esclusiva per la zona, il cui nome è composto da quello della titolare unito all’acronimo della Lingua italiana dei segni. «Dietro al bancone ci saremo io e mia mamma Irene, che mi aiuterà anche in cucina», continua Alice. «Ci avvarremo anche del supporto morale delle moltissime persone di Segrate che ci hanno sempre aiutato e spronato a proseguire su questo percorso, e in più ci saranno mio padre e mio marito Davide al nostro fianco, pronti a darci una mano».
Eh sì, perché in tutto questo trambusto Alice è anche incappata nell’amore vero, quello che supera tutte le difficoltà e ti dà la forza per credere in te stessa. «Non avrei mai immaginato di sposarmi in un momento così complicato, seppur felice, della mia vita. Per fortuna ho conosciuto un ragazzo fantastico, buono come pochi, convinto che si possa trasformare una disabilità in un punto di forza, nonostante tutte le avversità che il mondo ti pone davanti». In effetti le difficoltà sono tante per tutti, figuriamoci per una ragazza così giovane e sorda. La famiglia di Alice, infatti, ha dovuto fare i conti con la burocrazia italiana prima e con grossi problemi tecnici poi, trovando però sempre la tenacia necessaria per andare avanti. Inoltre, considerando che al giorno d’oggi la maggior parte delle pratiche si risolvono telefonicamente, sarebbe stato davvero complicato per la giovane fare tutto da sola.
«Grazie alle moltissime persone che hanno sempre creduto in me, ora so che sto facendo la cosa giusta», conclude la segratese. «Presto avrò un piccolo posto felice dove circondarmi dei miei più grandi affetti e vivere le mie passioni. Alis sarà un’oasi casereccia, autentica, inclusiva e aperta a nuove esperienze. È vero, ci sono stati momenti in cui mi sono sentita davvero a terra, ma dopo un bel pianto liberatorio ho sempre saputo abbracciare tutto il coraggio che ho trovato dentro di me e passare oltre le difficoltà. È questo il consiglio che posso dare ai ragazzi e le ragazze con la mia stessa disabilità: non arrendetevi mai».
Non ci resta che aspettare, dunque, che le saracinesche del locale si alzino davanti al centro civico Verdi, così potremmo gustarci una tipica focaccia di Recco seduti all’ombra, in quest’estate che si preannuncia afosa, e vedere come una semplice ragazza, che il mondo ha provato a mettere in ginocchio, ha saputo reagire con forza e regalare a Segrate quello che sarà sicuramente un successo di cucina e tradizione.
Mattia Rigodanza