25 Marzo 2022

Comprensibilmente spaesati, ma almeno lontano dagli orrori della guerra, in settima tre bambine e un bambino ucraino hanno affrontato il loro primo giorno di scuola a Segrate. Frequenteranno la Schweitzer e la Sabin e il loro inserimento è stato meno traumatico di quello che si possa pensare. Sono state le stesse dirigenti scolastiche a rassicurare il sindaco Paolo Micheli che chiedeva delucidazioni su come avrebbero potuto gestire il problema della lingua: le insegnanti sono preparate a queste situazioni.
«Si tratta di bambini che sono venuti in Italia per ricongiungersi ai genitori che già vivono a Segrate» spiega Micheli. Nelle loro condizioni ci sono un’altra ventina di piccoli ucraini che quanto prima saranno anche loro inseriti nel sistema scolastico.
«Sono orgoglioso di come i nostri bambini hanno accolto i loro nuovi compagni di classe» prosegue il primo cittadino. «E naturalmente sono orgoglioso anche dei nostri docenti pronti e preparati anche per frangenti del genere. La lingua differente dalla nostra non sarà un problema, perché i ragazzi spesso sanno comunicare oltre le parole. Siamo consapevoli che comunque sarà un percorso difficoltoso, ma tutti i bambini hanno il diritto di essere felici e hanno il diritto all’educazione e alla salute. Lo dico con fermezza: davanti alla tragedia che si sta consumando in Ucraina, a Segrate faremo il possibile per dare il massimo dell’accoglienza, così come è nostra abitudine fare con chiunque sia in fuga da una guerra o da una vita di privazioni e sofferenze. Oltre alle direzioni scolastiche, che hanno collaborato fin dal primo istante, vorrei ringraziare anche  le parrocchie, le associazioni e tutte le realtà del terzo settore che si stanno prodigando in ogni modo davanti a questa emergenza».
Micheli ha poi confermato che nei prossimi giorni insieme agli assessori incontrerà le associazioni socio-culturali e sportive locali per integrare ulteriormente i bambini, e più in generale tutti i profughi, nel tessuto sociale della comunità segratese.