11 Settembre 2020

Alla fine il centrodestra non è riuscito a compattarsi e alle amministrative non avrà un unico candidato sindaco. E così Forza Italia ha deciso di puntare tutto su Laura Aldini, di professione avvocato e direttore generale del Comune ai tempi di Alessandrini, appoggiata anche dalle liste PartecipAzione e Cambiamo.

Già cinque anni fa si parlava di lei come candidata alla poltrona di primo cittadino, ma non se ne fece nulla. Questa volta, invece, massima fiducia in lei. Sensazioni?

«Chiaramente mi fa piacere e naturalmente spero si possa vincere.  Mi reputo una donna con le caratteristiche giuste che deve avere un buon sindaco: esperienza, competenza, impegno, passione e grande voglia di fare».

Cosa non ha funzionato nel centrodestra per decidere di correre separati?

«Che qualcosa non abbia funzionato, direi che è evidente. Ma ora è inutile stare a rivangare certe situazioni, preferisco non sprecare energie per questo e proiettarmi invece sulla campagna elettorale con l’intenzione di veicolare il mio pensiero a più persone possibili. È un impegno che devo portare avanti anche per rispetto di chi mi ha dato fiducia».

Peraltro, mi conferma che lei aveva anche fatto un passo indietro per compattare la coalizione?

«È vero. Per avere maggiori possibilità di vittoria era giusto restare uniti. E avevo fatto un passo indietro anche per una questione di dignità, visto il veto della Lega sul mio nome. Ma alla fine non si è trovato comunque una persona che potesse andare bene a tutti».

Sinceramente: l’ha infastidita questo ostracismo della Lega nei suoi confronti?

«Mi rammarica, ma al tempo stesso non me ne curo e vado avanti per la mia strada. Il loro comportamento non lo reputo una circostanza rilevante per l’obiettivo che mi sono proposta».

Nei programmi elettorali di tutte le forze in campo si dà ampio spazio al verde e all’ambiente, in generale. Qual è la vostra posizione sul problema Golfo Agricolo?

«Per me non è un problema. Credo sia corretto sedersi intorno a un tavolo con il proprietario, cercando di trovare una soluzione per acquisire l’area e trasformarla in un parco pubblico al 70 per cento, esattamente come aveva in mente l’amministrazione Alessandrini, prima dell’insediamento della giunta Micheli. Il restante 30 l’avevamo previsto suddiviso così: 20 per cento verde privato e 10 per cento in edilizia. Poi sappiamo tutti come è andata con la sentenza del Consiglio di Stato e la nuova legge sulla consumazione del suolo. E, comunque, esiste un contenzioso in essere sulla variante del Pgt effettuata dall’attuale amministrazione, riguardante proprio quell’area. Solo dopo quella sentenza si potrà decidere come muoversi esattamente, naturalmente dopo aver studiato le carte. Io conoscevo quelle di 5 anni fa, le attuali dovrei consultarle attentamente prima di esprimermi».

Mi dice tre punti del suo programma a cui vorrebbe dare priorità?

«Prima di parlare di programma, se fossi eletta farei un giro in tutti gli uffici comunali per portare un po’ di entusiasmo che mi sembra non ci sia più. Insomma, risistemare la macchina comunale, che mi pare faccia acqua da tutte le parti e coinvolgere maggiormente le persone che vi lavorano. Poi, posso dividere ipoteticamente la mia giornata in tre fasi?».

Certamente. La prima la riserverebbe a?

«Mi dedicherei al sostegno delle famiglie in tutte le sue forme, con un’attenzione ai bambini, ai ragazzi e agli anziani. E aggiungerei ai diversamente abili, che in questo periodo di emergenza sanitaria sono stati decisamente abbandonati».

La seconda parte della giornata invece la dedicherebbe a?

«A riprendere in mano il Pgt e mi occuperai di tutti quei progetti sovracomunali. Mi opporrei in tutti i modi all’arrivo dell’intermodale a Tregarezzo, aprirei immediatamente un dialogo con i vertici di Westfield per capire quale strategia abbiano in mente e approfondirei la questione relativa alla metropolitana a Novegro». 

E, prima di andare a dormire, la terza parte della giornata sarebbe dedicata a?

«Vorrei dedicarla alle imprese, studiare delle azioni propositive nei loro confronti, con lo scopo di  portare il loro interesse a insediarsi a Segrate. Questo vorrebbe dire creare lavoro in città, visto che anche l’occupazione è un problema che va affrontato con grande determinazione».

Secondo lei dove si gioca la partita per vincere questa tornata elettorale?

«In questo 2020 sono cambiate davvero tante cose, anzi, direi che sono state addirittura stravolte. Mi auguro che sia così anche per il pensare  comune della gente e che si possa capire che nei posti chiave ci vogliono persone competenti».

Qual è la principale critica che si sente di muovere a questa amministrazione?

«Micheli e la sua maggioranza hanno perso troppo tempo ad attaccare la vecchia amministrazione e nel frattempo non hanno fatto nulla. Sono stati immobili, se si escludono quattro operucce in vista della campagna elettorale. Il loro impegno è stato tutto profuso nel denigrare chi li ha preceduti».

Salva, invece, qualcosa dell’attuale maggioranza?

«Non posso salvare nulla, per il semplice motivo che non ha fatto nulla».

Una delle cose che si dicono su di lei è che non ha mai fatto politica. A questo punto le chiedo: per governare una città come Segrate, meglio un tecnico alla prima esperienza politica o un politico esperto che non conosce la macchina burocratica?

«In realtà se si dice che non ho mai fatto politica, rispondo che non è proprio così, visto che come direttore generale avevo il preciso compito di trasformare l’input politico in azione vera e propria. Fatta questa premessa, mi pare che la risposta giusta sia: meglio un tecnico con esperienza della macchina burocratica».

Ha già un’idea di massima di quale potrebbe essere la sua squadra di giunta, in caso di vittoria?

«Assolutamente no. Sono una persona pragmatica che mette nel mirino un obiettivo alla volta. Intanto pensiamo a vincere, poi ci sarà tutto il tempo per valutare quali persone saranno adatte per ricoprire una carica assessorile».

Partendo dal presupposto che in ogni competizione che si rispetti si parte per vincere, esistono diversi tipi di vittorie. Il suo obiettivo qual è?

«Vincere per me vuol dire diventare sindaco».

Già al primo turno?

«Ripeto, vincere. Come, in questo momento, non è un pensiero».

Ipotizzando si vada al ballottaggio, due sono gli scenari possibili. Proviamo ad analizzarli. Partiamo da quello in cui ci sarà lei: cercherà alleanze o apparentamenti?

«Non escludo o prevedo nulla. Vedremo quali sono i numeri e con quelli cercheremo di capire come muoverci. Molto dipenderà dalle scelte dei cittadini, mi farò ispirare  da loro. Sono curiosa di vedere la reazione che ci sarà alle nostre proposte. Partirò da queste e mi comporterò di conseguenza».

Nel caso, invece, lei non fosse presente al ballottaggio, ragionerà su eventuali alleanze? E, nel caso non fosse così, darà indicazioni di voto?

«Su un’eventuale alleanza, non posso rispondere in questo momento. Posso invece dire che, comunque, darò sicuramente indicazione di voto, chiaramente dopo essermi confrontata con la mia squadra».

Se dovesse perdere, resterà comunque 5 anni in consiglio comunale all’opposizione?

«Certo. Il mio contributo alla città posso darlo anche da lì, in maniera intelligente».

Il voto posticipato di tre mesi, a causa dell’emergenza covid, può avvantaggiare qualcuno?

«Premesso che è stato giusto posticiparlo, credo che possa essere un vantaggio per l’attuale amministrazione».

Come giudica la gestione dell’emergenza sanitaria da parte dell’amministrazione?

«Essendo un’ermergenza, è chiaro che fosse complicata. però mi sembra sia stata gestita molto a fini elettorali».

Lo spoglio delle schede inizierà la mattina del 21 settembre. Lei si alzerà e...?

«Mi berrò il caffè, come sempre».