28 Aprile 2017

Da venticinque anni vive al fianco dei segratesi provvedendo a loro con intereventi di emergenza e urgenza, formando privati, alunni e aziende per quanto riguarda il primo soccorso, gestendo trasporti medici delle persone invalide e assistenza sanitaria per tutta la cittadinanza. Stiamo parlando dell’associazione Misericordia, per tutti “la Mise”. L’organizzazione dispensa da molto tempo servizi sociosanitari di ogni tipo ai residenti, ma per quanto riguarda il soccorso medico agisce in tutto l’hinterland est di Milano, in collaborazione con il 118, per garantire una presenza costante e capillare sul territorio. «A lavorare qui siamo in sessantacinque persone, sessanta delle quali sono volontari», racconta Lorenzo Turetta, governatore della onlus dal 2014. «Attualmente abbiamo a disposizione due ambulanze, un furgone per il trasporto disabili e quattro macchine provviste ovviamente di requisiti particolari. Il lavoro è tanto e operiamo 24 ore su 24 per garantire servizi a chiunque, anche ai più disagiati». Turetta spiega che gestire un’organizzazione senza scopo di lucro è più problematico di quanto possa sembrare, ed è proprio come amministrare un’azienda. «Andiamo avanti grazie ai contributi di privati e fondazioni, come Cariplo e Unicredit, e abbiamo anche una piccola entrata dal cinque per mille, ma i costi esistono e vanno al di là delle prestazioni gratuite dei volontari. Dobbiamo poi provvedere allo stipendio di cinque impiegati, alla manutenzione degli automezzi e ai costi di trasporto, per non parlare delle certificazioni: quelle sono uno sforzo sia a livello economico che burocratico». Per fortuna le varie amministrazioni comunali che si sono susseguite negli anni si sono dimostrate molto collaborative e hanno messo a disposizione la sede di via Redecesio a un prezzo d’affitto simbolico. Nel 2014, dopo un periodo di collasso per le casse della Misericordia, si è deciso di tagliare i costi e la situazione è migliorata insieme all’immagine dell’associazione stessa, ma nonostante questo per certi aspetti la gestione è rimasta problematica. «Rispetto al passato è più complicato organizzare un lavoro che si basa sul volontariato», prosegue Turetta. «I corsi sono lunghi e ottenere le certificazioni adeguate porta via molto tempo. Alcuni percorsi formativi raggiungono addirittura le 120 ore tra lezioni e pratica. Essendo la maggioranza dei volontari pensionati, ora che l’età in cui potersi ritirare dal lavoro si è alzata, molti preferiscono dedicare più tempo alla famiglia e non ad attività di questo tipo. I giovani invece, avendo sempre più impegni, finiscono per non riuscire a ritagliarsi il tempo necessario a fare i corsi di formazione. Questo ci fa capire bene com’è diventata frenetica la vita nella nostra società». C’è poi da considerare il fatto che ci sono ormai molte associazioni non lucrative che operano sul territorio, offrendo un’ampia scelta a chi vuole entrare a far parte del mondo delle onlus. Nonostante queste criticità, il lavoro della Mise è instancabile e molto duro, poiché mette i volontari a contatto con esperienze di vita talvolta estremamente crude. «L’impatto emotivo è fortissimo, soprattutto all’inizio. La prima volta che ci si trova ad affrontare un arresto cardiocircolatorio l’agitazione è alle stelle», conclude il governatore. Per l’associazione segratese ci si aspetta un futuro limpido dunque, fatto di tanti volontari e un processo d’informazione e sensibilizzazione sull’assistenza e l’emergenza sanitaria che inizi fin dalla scuola primaria. A settembre verranno organizzati dei corsi per reclutare volontari, che costituiscono il cuore del sistema di utilità sociale di cui la Misericordia è un fantastico esempio.
Mattia Rigodanza