20 Aprile 2018

Il tribunale civile dà ragione a Palazzo Marino e sovverte i verdetti dei giudici di pace: le multe a Linate possono darle anche i ghisa milanesi. Una sentenza di cui il sindaco Paolo Micheli prende atto, anche se non ha intenzione di fermarsi nella sua battaglia: «Confermiamo la nostra posizione, che è di assoluta contrarietà a questa decisione. Ci pare assurdo che le contravvenzioni sul territorio dell’aeroporto possano essere comminate sia dai nostri vigili che da quelli di Milano e Peschiera Borromeo. A oggi le ordinanze Enac dicono che dentro il perimetro aeroportuale le funzioni di polizia sono esercitate dai tre Comuni, ma Milano lo fa anche con le telecamere. Se accettiamo che questo modo di agire sia legittimo, non può escludersi che Segrate mandi le sue pattuglie per sanzionare le stesse infrazioni. Quindi un automobilista potrebbe essere multato due volte per la stessa violazioni. A questo punto credo sia interesse di tutti trovare un’intesa che assicuri un coordinamento logico». Ma, nei giorni scorsi, il Comune di Milano ha fatto sapere di avere intenzione di riattivare le telecamere per il controllo delle corsie riservate nel perimetro aeroportuale. Una decisione che ha spinto Micheli a scrivere urgentemente al prefetto. Nella missiva il sindaco sottolinea che si tratta di  “una decisione illegittima e comunque inaccettabile, visto che le predette telecamere si trovano sul territorio segratese”. Il primo cittadino spiega che: «I protocolli stipulati in passato con cadenza annuale, che gestivano i servizi di polizia nell’area di Linate, sono scaduti. Milano non ha titolo per esercitare in via esclusiva e unilaterale controlli che ricadono ampliamente su Segrate. Viste le difficoltà a trovare un punto di intesa con il Comune meneghino, ho chiesto al prefetto di bloccare la riattivazione delle telecamere e organizzare un tavolo di coordinamento, favorendo l’individuazione di una soluzione condivisa».