11 Settembre 2020

Domenica 20, dalle 7 alle 23, e lunedì 21, dalle 7 alle 15, i segratesi non saranno chiamati a eleggere solamente il nuovo sindaco,  e il nuovo consiglio comunale, che resteranno in carica per i prossimi 5 anni, ma, come in tutta Italia, potranno esprimere il loro voto sul referendum costituzionale che prevede il taglio di 345 parlamentari, per la precisione 115 senatori e 230 deputati. Qualora vincesse il partito del “Sì” si procederà alla revisione costituzionale per diminuire il numero dei politici che ci rappresenteranno a livello nazionale; se a trionfare fosse il “No”, non cambierà nulla e i parlamentari rimarranno 945 (630 deputati e 315 senatori).

Questo il testo del quesito: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente “Modifiche degli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari” approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019?”. Ricordiamo che, essendo un referendum costituzionale o confermativo, regolato dall’articolo 138 della Costituzione,  non sarà necessario raggiungere il quorum tradizionale, fissato al 50%  più 1.

I fautori del “Sì” ricordano che così facendo saranno risparmiati soldi pubblici per una stima che si aggira intorno ai 100 milioni di euro annui, quindi 500 milioni a legislatura. Inoltre sostengono che la riduzione favorirebbe un miglioramento del processo decisionale delle Camere, rendendole così più capaci di rispondere alle esigenze dei cittadini.

Chi invece vuole votare perché la situazione resti immutata fa leva sul fatto che una diminuzione dei parlamentari porterebbe ad avere Camere meno rappresentative, oltre a una penalizzazione delle Regioni più piccole, visto che esprimerebbero meno parlamentari e, di conseguenza, sarebbero meno rappresentate. Infine gli esponenti del “No” tendono a confutare la teoria del risparmio che, a loro dire, sarebbe decisamente inferiore: per la precisione, 57 milioni di euro, pari allo 0,007% della spesa pubblica annua.

Un’altra curiosità. Se vincesse il sì si potrebbe passare da un estremo all’altro. Nel dettaglio, chi propende per il “Sì” sottolinea come l’Italia sia tra i paesi d’Europa e del mondo con il più alto numero di parlamentari. Di contro, i favorevoli al “No” replicano che con il loro taglio diventeremmo invece il paese d’Europa con il numero più basso di parlamentari rispetto alla popolazione.

Ricordiamo che hanno diritto di voto tutti i cittadini italiani iscritti nelle liste elettorali che, entro il 20 settembre 2020, avranno compiuto 18 anni. Per gli appassionati dei numeri parliamo di 51.559.898 cittadini, di cui 4.616.344 all’estero. I maschi sono 25.021.636, le femmine, invece, 26.538.262.