17 Febbraio 2022

L’attività portata avanti da Caritas si è resa forse ancora più importante negli ultimi due anni, per le situazioni di disagio che la pandemia ha rivelato o amplificato. A confermare l’aumento delle richieste di aiuto sono Luisa Piccoli e Manuela Guffanti, responsabili delle due associazioni dislocate rispettivamente presso la parrocchia di San Felice e di Segrate Santo Stefano.

Luisa Piccoli racconta la volontà di inserire i progetti attuali nel solco dell’esperienza assistenzialista sanfelicina. «Il nostro servizio nasce nel 1984 come gruppo di solidarietà e solo più tardi siamo diventati Caritas: oggi il principio è rimasto quello dell’accoglienza e siamo arrivati a una trentina di volontari». Le attività principali in cui si impegna il gruppo comprendono la preparazione e la consegna di pacchi viveri e la distribuzione di capi di vestiario a chi ne manifesti il bisogno. Nel primo caso, Caritas si appoggia soprattutto a Banco Alimentare, che prevede la soddisfazione di una serie di parametri per ottenere il servizio, tra cui un certo livello di Isee. Esistono però anche altre fonti: al Carrefour di San Felice è presente un carrello fisso, in cui ciascuno, a spesa fatta, può liberamente scegliere di donare qualche prodotto non deperibile. I pacchi viveri sono quindi preparati dai volontari una volta al mese, per durare circa 15 giorni, e spesso sono consegnati a domicilio.

Le attività proposte non finiscono però qui. «A volte ci vengono portati mobili, biciclette, giochi e noi li consegniamo a chi sappiamo che potrebbe servirsene, oppure al contrario, veniamo a conoscenza di un bisogno e cerchiamo il modo per venirgli incontro», spiega Luisa Piccoli. La Caritas di San Felice, come tutte quelle segratesi, afferisce al gruppo di ascolto della parrocchia Santo Stefano e attraverso il passaparola e l’affissione di annunci in luoghi frequentati, come la portineria, il centro civico e la chiesa, spesso riesce ad alleviare le difficoltà di chi usufruisce del servizio, anche attraverso la ricerca di lavoro. «Si tratta di un’opera fondamentale, perché ci permette di instaurare un rapporto e di conoscere veramente chi si affida a noi».

Del centro di ascolto si occupa la responsabile della Caritas di Segrate Santo Stefano, Manuela Guffanti, affiancata da Mariella Lucchetti e don Paolo, parroco segratese. «L’iniziativa prevede che ci sia un colloquio iniziale, in cui conoscere le difficoltà di chi si rivolge a Caritas per cercare di risolverle nel modo più opportuno e risalendo a monte del problema», racconta Guffanti. A questo proposito, si è sviluppata una rete di supporto integrata con gli assistenti sociali e la tutela dei minori e si sta ragionando con il Comune di Segrate per l’apertura nel territorio cittadino di una bottega, in cui possa fare la spesa a prezzi calmierati chi richieda e ottenga l’apposita tessera. I costi non potrebbero essere sostenuti da Caritas Ambrosiana, che impegna i fondi in un solo emporio per decanato, già ubicato a Pioltello.

Un altro esempio di collaborazione con il comune è raccontato da don Paolo: «Alla fine del 2021 ci è stato donato l’avanzo dei buoni spesa, ormai in scadenza, previsti dal governo per le famiglie in difficoltà, e ci è stato utile per creare una scorta alimentare e acquistare prodotti freschi da inserire nei pacchi viveri di Natale». Durante la pandemia, si è sviluppato anche un progetto a fianco dei McDonald’s segratesi, donatori a Caritas di 100 cene a settimana, distribuite su quattro sere a un numero di circa 25 famiglie. «Caritas fa il possibile per guidare i cittadini oltre le situazioni di maggior disagio», spiega Guffanti. «Per questo motivo, presso la parrocchia Santo Stefano, sono attivi corsi di italiano per stranieri e servizi di assistenza per le pratiche online e l’utilizzo delle piattaforme elettroniche». Per la stessa ragione, il centro di ascolto collabora con professionisti sanitari disponibili a curare o consigliare le famiglie altrimenti disorientate. A fine mese, inoltre, sarà inaugurata Casa Mamre. «Abbiamo organizzato gli spazi a disposizione di Caritas in tre camere e un soggiorno, con bagno e cucina, per potere accogliere i parenti dei ricoverati negli ospedali vicini», racconta Manuela Guffanti. «È qualcosa di più di un luogo di sosta per la notte, perché si accosta all’idea di accoglienza di Caritas, che prevede momenti di convivialità e di preghiera». I progetti dei gruppi cittadini, infatti, nella loro varietà, non perdono mai di vista i principi di Caritas e il suo caratteristico stile di fare volontariato. Si può prenderne parte con una donazione, o rivolgendosi direttamente ai loro contatti: 02.2134337 per Segrate e 366.2753898 per San Felice.

Chiara Valnegri