Non ha nessun rappresentante in consiglio comunale, eppure Fratelli d’Italia è una forza politica nazionale che nelle ultime elezioni europee ha raccolto un sorprendente 6,46% che ha portato entusiasmo anche a livello segratese. Di questo, e tanto altro, abbiamo parlato con il delegato locale, nonché presidente di piccolo circolo locale Fdi, Gianpietro Ferrari. Partiamo.
Quanto è complicato fare politica locale senza avere consiglieri comunali che vi rappresentano in aula?
«Molto, perchè in pratica sei escluso. Se non provi a stuzzicare in qualche modo i consiglieri, in questo caso di minoranza, non sei considerato. Oltre al fatto che non sei a diretto contatto con gli assessori, non ti vengono consegnati i documenti su cui studiare. Puoi solo fare lo spettatore delle commissioni e del consiglio».
Ma, con i colleghi di opposizione, non vi confrontate?
«Di alcuni di loro sono amico. Ci parlo, ma sono le classiche chiacchiere da bar. Esprimo rimostranze e lamentele, anche se poi è difficile che da loro vengano analizzate a fondo».
Ma è normale questo, chiamiamolo così, “scollamento”?
«In un certo senso è fisiologico. Ti sei dato da fare in campagna elettorale, ma hai perso e dopo un periodo medio-breve scade un po’ l’interesse verso la cosa politica, da parte tua, ma anche da parte di chi, pur sconfitto, è stato eletto in consiglio. Si tende a concentrarsi un po’ di più sul proprio lavoro di tutti i giorni, sulla famiglia che magari hai un po’ trascurato e così via».
Fisiologico, ma tecnicamente non proprio bello...
«È vero. Se proprio posso fare una critica costruttiva al centrodestra è che si è notata una certa disgregazione dopo che siamo stati sconfitti alle amministrative».
Come Fratelli d’Italia, a distanza di 4 anni che idea si è fatto del motivo per cui non avete avuto neppure un rappresentante in consiglio comunale?
«Siamo entrati in campagna elettorale molto tardi, accettando di entrare nella coalizione già formata da Lega e Forza Italia. Abbiamo fatto le cose troppo velocemente. In più, personalmente, avevo avuto anche qualche problema di salute. E questo ci ha portato a ottenere poco meno di 300 voti, che non sarebbero serviti ad avere un consigliere neppure se avessimo vinto le elezioni».
Quindi ora, a un anno dalle prossime amministrative, per non cadere nello stesso errore vi state già muovendo?
«Di certo c’è il desiderio di iniziare già a lavorare sul programma e sulla lista, vista la brutta esperienza della passata tornata elettorale. Dobbiamo mettere allo stesso tavolo tutte le forze del centrodestra e iniziare a concordare un piano di lavoro».
Quindi auspicate di andare tutti uniti?
«In questo momento non vedo un’altra opzione se vogliamo vincere. La storica coalizione Lega, Forza Italia e noi deve andare unita. Poi, immagino che si aggiungerà anche qualche lista civica».
Ma ci sono già stati degli incontri?
«Una riunione insieme ai rappresentanti di Lega e Forza Italia l’abbiamo già fatta. E ci siamo trovati tutti d’accordo sul fatto che dobbiamo lavorare su un programma che sia la sintesi delle diverse posizioni. E abbiamo concordato che serve, quanto prima, ragionare sul nome del candidato sindaco».
Che per ora non c’è...
«Esatto».
Siete però consapevoli che la Lega rivendicherà il candidato sindaco, vero?
«In questo momento le percentuali danno ragione al Carroccio, ma va anche valutato che i risultati che hanno ottenuto alle comunali non è così eclatante come quello conseguito alle europee, dove il voto di protesta era chiaro e Salvini è stato bravo a intercettarlo. Ma le elezioni locali hanno un valore differente».
Quindi non è così scondato che il candidato sindaco sarà un esponente della Lega?
«Non ho detto questo. La Lega ha il diritto di proporre il suo candidato, ma non è detto che qualunque nome a noi starà bene. Se ne trovano uno aggregante, e capace, tutti insieme lo valuteremo. E comunque la Lega potrà sempre conquistare numerosi rappresentanti e quindi potrà incidere in aula consiliare».
Fratelli d’Italia come intende presentarsi alle prossime amministrative?
«Con nomi e cognomi credibili, in grado di portare avanti il programma che verrà stilato e che, attenzione, non dovrà essere un copia-incolla, ma incentrato sulle necessità di Segrate, e dei segratesi, che quotidianamente constatiamo».
E lei si candiderà?
«Come consigliere comunale sicuramente. Se, invece, non trovassimo l’accordo come coalizione, e in questo caso posso già dire che perderemo tutti, farò il candidato sindaco di Fratelli d’Italia».
L’attuale alleanza a livello nazionale tra Lega e Movimento Cinque Stelle potrebbe riproporsi a livello locale?
«A me pare che si stiano già preparandosi al divorzio, ma anche se non così non fosse, fatico a pensare che possano trovare un accordo per andare insieme a livello locale. Sia a Segrate, che altrove».
Che giudizio mi dà dell’amministrazione Micheli?
«Ero curioso di vederli all’opera. A quattro anni di distanza posso dire che vedo questa amministrazione ferma, priva di progettualità. Non ha la grinta per governare, e non mi riferisco solo a Micheli. Intendo anche la coalizione Pd e Segrate Nostra. Ad esempio mi aspettavo una resistenza maggiore sulla questione del nuovo intermodale. So che giudicare è molto facile, però onestamente non vedo nulla di positivo in questa amministrazione».
E del famoso “buco” di Bilancio che idea si è fatto?
«Premesso che io non ero in consiglio comunale neppure nella passata legislatura, quindi non posso avere in mano le carte giuste per potermi esprimere, faccio fede di onestà e una riflessione: una famiglia, quando compra casa, fa un mutuo, si indebita, è vero, ma ha un tetto sopra la testa. Altra cosa è se ci siano state delle ruberie, e non penso proprio: su questo non entro nel merito, ci sono gli appositi organi per giudicare».
Quindi lo ritiene un “buco” comprensibile?
«Ritengo giusti i mutui accesi per costruire una Segrate migliore rispetto a quella ereditata. E comunque mi pare di aver capito che i soldi che sarebbero entrati da Westfield avrebbero coperto il tutto».
Quindi l’attuale amministrazione, quando sostiene che ha dovuto sistemare i conti, non la convince?
«Hai una situazione critica? Ti dai da fare per risolverla. Ed estinguere certi mutui secondo me non è stata una mossa giusta, ma un favore alle banche».
Ultima cosa, sorpreso del 6,46% di Fdi, visto che la Lega ha fatto il colpo grosso e, potenzialmente, poteva portare via voti a voi?
«No. Semplicemente perché Salvini ha becerato i nostri proclami, parlando alla pancia degli italiani, perfino al sud. La Meloni ha compiuto un percorso, è più intelligente e preparata. La bolla di Salvini si sgonfierà, l’effetto Meloni, invece, è concreto».