15 Febbraio 2019

Nuovi incontri, nuove sinergie e condivisioni di esperienze: benvenuti nel mondo di BNI Italia, un mondo creato ad hoc per accrescere il proprio business e il proprio bagaglio professionale, culturale e umano. BNI è una rete nata 35 anni fa dall’esigenza di accorciare i tempi di conoscenza e di creazione di relazioni. «Un acceleratore di referenze, senza limiti di settore e con la capacità di mettere in contatto figure e realtà specifiche per implementare le competenze di tutte le parti coinvolte», così Ivan Mariani, referente marketing del gruppo e director di tutta l’area Sud Est Milano, ha definito questo portale in continua e inesorabile espansione.
Ed è nella splendida cornice di questa tavola imbandita, alla quale il nostro giornale inFolio è seduto da ormai due anni, che abbiamo avuto la possibilità di conoscere, tra le altre personalità di elevata caratura professionale, Claudia Sorge, in arte Cloe Ferrari, pittrice di fama internazionale interessata a mettersi in gioco in un ambiente positivo per qualunque tipo di crescita, personale, artistica e lavorativa. «Sono sempre stata una donna poco incline a farsi delle aspettative», dichiara l’artista. «Il mio obiettivo è semplicemente quello di conoscere belle persone, e aver trovato un team così efficace e costruttivo non può che rendermi felice».
Cloe ha sempre avuto una passione viscerale per la pittura, da quando, ancora bambina, passava i pomeriggi estivi a strofinare le dita sulle setole dei pennelli di sua zia materna, artista da cui, a suo dire, deve ancora imparare molto. «Ho dovuto accantonare il mondo della pittura per ovvi motivi familiari, ma dopo tanti anni ho deciso di rispolverare quella che è senza dubbio la vera passione della mia vita». Dalla pittura a olio ai primi riscontri critici, fino ad arrivare ai veri e propri inviti a esporre, quelli che ti lanciano una sfida che, sebbene ti faccia tremare le ginocchia, non puoi non accettare. «Il mio è stato un percorso poco convenzionale, interrotto dalla nascita della mia adorata figlia, esperienza che mi ha preparata ad affrontare questo mondo con più spensieratezza e consapevolezza» spiega Cloe. «È a Parigi che ho avuto la folgorazione definitiva e ho imparato la tecnica della resina che mi caratterizza tutt’ora. Parigi è una città pazzesca, un’esperienza immersiva che devo ancora completare ma che mi ha già regalato tantissimo».
Parigi, la città degli artisti, la casa di Henri de Touluse Lautrec e di Claude Monet, la culla della Belle Epoque e delle avanguardie del Novecento. «Dipingo soprattutto specchi d’acqua e onde, correnti e increspature, ed è per questo che non posso che ispirarmi a Monet, maestro delle luci e dei riflessi marini, creatore di interi ambienti che sono al contempo ricchi di colori e carichi di malinconia», continua la pittrice. «So per certo che prima o poi finirò lì, all’ombra della Tour Eiffel, a dipingere all’aria aperta come i vecchi impressionisti».
Ma Cloe non è solo ricordi e ispirazioni, quanto piuttosto un insieme di esperienze reali che l’hanno portata a stretto contatto con personalità di spicco dell’arte moderna. «Nel 2017 ho avuto l’onore di conoscere Giovanni Vescio, incontro che mi ha cambiato la vita», racconta la giovane siciliana. «Ci siamo incontrati a Parigi dove stavo ritirando un prestigioso riconoscimento per la mia tecnica con la resina. È stato come trovare una famiglia. Oltre a essere un’artista strabiliante, Giovanni è proprio una persona come me, pronta a tutto, specialmente a lasciarsi meravigliare».
Insomma, una donna che ha fatto del suo modo di essere la sua arte, del suo fragile commuoversi la sua forza e del suo farsi sorprendere il suo cavallo di battaglia. «Al momento ho abbastanza chiaro quello che sarà il mio prossimo futuro», incalza Cloe. «Ho intenzione di concentrarmi su esposizioni piccole, intime, per pochi, ma che abbiano un preciso scopo sociale. Da tempo sono legata alla Casa di Iris, associazione piacentina che aiuta chi sta combattendo contro i tumori, e mi piacerebbe organizzare qualcosa che dia valore al lavoro delle tante persone che si spendono per giuste cause come questa. L’anno scorso ho subito una perdita che mi ha frantumato il cuore lasciandomene comunque la quantità necessaria per affrontare questi drammi della vita e stare al fianco di chi combatte questo tipo di battaglie». Poi chissà, gli artisti, com’è noto, soffrono un’imprevedibilità quasi disarmante che li rende come treni impazziti lanciati sui binari. «L’importante è non farsi scoraggiare dalle contingenze che la quotidianità ti mette fra le ruote», conclude l’intervistata. «Bisogna andare avanti, dare e prendere schiaffi, bisogna desiderarlo con tutto il cuore. Ho la fortuna di essere un’eterna emergente, una che si nutre di cose nuove, una donna in perenne stato di assorbimento dal mondo. È per questo che non posso fermarmi  mai. Ringrazio comunque il mio amico tipografo Beppe Mancuso  che mi ha invitato a conoscere la squadra di BNI e la vostra redazione. Davvero una bella esperienza».   
Mattia Rigodanza