14 Aprile 2017

Lunedì mattina nove operai sono saliti su una gru posizionata nel cantiere di via Giotto e, a 40 metri di altezza, hanno minacciato un gesto estremo. Il motivo? Da mesi non vedono il loro stipendio. A dovere loro i soldi un’impresa subappaltatrice dei lavori. Sul posto si sono immediatamente portati i carabinieri, la polizia locale, i vigili del fuoco e gli operatori sanitari. E subito sono scattate le trattative con la proprietà, con le ditte interessate e con i rappresentanti della Filca (Federazione italiana lavoratori costruzioni e affini) per trovare una soluzione. Intorno alle 13 i nove operai hanno deciso di scendere e porre fine alla loro protesta. Ma il gesto estremo ha portato con sé una polemica politica. «Sono lieto che la protesta si sia conclusa in modo rapido e pacifico» ha commentato il sindaco Paolo Micheli, anche lui sul posto per seguire le trattative e dare solidarietà ai lavoratori. «Come amministrazione comunale vigileremo che gli impegni assunti vengano mantenuti. Segrate purtroppo continua a soffrire l’onda lunga di speculazioni edilizie del passato, della conseguente bolla immobiliare e più in generale di una mala gestione del territorio che ha permesso tutto questo creando molteplici criticità. Il problema dei cantieri fantasma e delle numerose imprese edili fallite o in difficoltà sta coinvolgendo anche tantissime famiglie segratesi che hanno acquistato casa investendo risparmi in progetti edilizi che non si sono mai realizzati o che faticano ad essere portati a termine. È per questo che il nostro nuovo Pgt prevede il blocco di ulteriori costruzioni e la salvaguardia di ciò che resta di territorio non urbanizzato». Al sindaco ha replicato il capogruppo di Alessandrini per Segrate, Giampiero Airato: «Sono veramente rimasto senza parole leggendo le dichiarazioni del sindaco. Micheli riesce a strumentalizzare anche questa brutta vicenda dando la colpa alla passata amministrazione. Dire che sono schifato è poco. E lo sono ancora di più se penso che questo ominicchio governa la nostra città».